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Mafia e droga, maxi inchiesta "Kerkent": la Cassazione conferma quattro arresti

Sigillo definitivo per l'ordinanza cautelare del figlio del boss Antonio Massimino e altri tre affiliati

Ricorso inammissibile: la Corte di Cassazione conferma, rendendole definitive, quattro ordninanze cautelari emesse nell’ambito dell’operazione antimafia “Kerkent” che il 4 marzo ha fatto scattare 35 arresti disarticolando la nuova famiglia mafiosa di Agrigento che si sarebbe finanziata gestendo anche un vasto traffico di droga. 

ll personaggio chiave dell’inchiesta, che presto approderà in aula per il processo visto che la Dda ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini, è il boss Antonio Massimimo che, sostiene l’accusa, avrebbe messo in piedi la nuova cosca dopo essere tornato libero in seguito alla seconda condanna. Uno dei quattro indagati su cui si è pronunciata la Cassazione, bocciando il ricorso dei difensori (gli avvocati Salvatore Pennica, Salvatore Virgone e Francesco Mirabile), è proprio Gerlando Massimino, figlio trentunenne di Antonio, ritenuto uno dei vertici del giro di narcotraffico messo in piedi dal padre che aveva articolazioni su più province e pure in altre regioni e in particolare la Calabria. Stessa decisione per Angelo Iacono Quarantino, 28 anni, di Porto Empedocle. Ordinanza cautelare confermata pure per altri due presunti affiliati del narcotraffico: Vincenzo Sanzo, 37 anni, di Agrigento e Alessio Di Nolfo, 33 anni, di Agrigento. 

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