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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mafia Campobello di Licata

Mafia, confermata confisca dei beni per imprenditore vicino al boss Falsone

I giudici della Corte di appello non cambiano il provvedimento di primo grado. Requisiti beni per 3 milioni a Giancarlo Buggea, 46 anni, di Campobello. Dda chiedeva altro sequestro, la difesa sollecitava la restituzione

La Direzione distrettuale antimafia chiedeva di aumentare la durata della sorveglianza speciale e disporre la confisca dei beni che era stata rigettata in primo grado. I difensori, gli avvocati Giovanni Castronovo e Angela Porcello, chiedevano invece di annullare l’intero provvedimento. I giudici della Corte di appello – sezione misure di prevenzione – di Palermo, invece, hanno respinto tutte le richieste confermando integralmente il provvedimento di primo grado nei confronti di Giancarlo Buggea, 46 anni, condannato in passato a otto anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione aggravata nell’ambito dell’inchiesta “Gosth” che colpì al cuore il clan di Campobello di Licata.

L'ordinanza, emessa dalla prima sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni e ora confermata, riguardava alcuni beni già sequestrati su proposta del procuratore della Repubblica di Palermo, che aveva condiviso, seppure in parte, i risultati degli accertamenti patrimoniali e bancari svolti dalla Dia agrigentina. 

La Dda insisteva perché venisse disposta la confisca di due appartamenti e di alcuni terreni che riteneva fossero stati acquisiti illecitamente, grazie alla sua appartenenza in Cosa Nostra. Secondo i giudici della Corte di appello il provvedimento di primo grado, che rigettava le richieste dell’accusa per questa parte, è corretto. Allo stesso modo la pericolosità sociale, che aveva portato a una sorveglianza speciale per diciotto mesi, già scontata, e l’illegittima acquisizione dei beni di cui era stata disposta la confisca da parte del tribunale è stata confermata.

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