"Termini di custodia scaduti", il boss Massimino e Militello fuori dal carcere

Un anno dopo i fermi, eseguiti dalla Dia e poi convalidati dal gip, il boss Antonio Massimino, 49 anni, e il presunto braccio destro Liborio Militello, di un anno più grande, lasciano il carcere. Il provvedimento è stato emesso ieri mattina dal gup di Palermo, Fabrizio Molinari, davanti al quale domani ripartirà l’udienza preliminare. All’origine del provvedimento vi è un disguido nell’invio delle notifiche del processo. Militello, adesso assistito dagli avvocati Giovanni Castronovo e Carmelita Danile, nelle scorse settimane, ha modificato il collegio difensivo ma le notifiche non sono state rinnovate integralmente.

Racket, niente notifica: imputato tornerà libero

Castronovo lo aveva eccepito lo scorso 20 ottobre all’apertura dell’udienza preliminare e il gup ha restituito gli atti al pm con la conseguenza che ieri Militello è uscito dal carcere. Il termine decorre, infatti, se entro un anno dalla misura cautelare non si arriva al rinvio a giudizio o all'ammissione al giudizio abbreviato: in questo caso, invece, si dovrà ripartire dalla nuova richiesta di rinvio a giudizio. Il gup gli ha applicato il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Di riflesso, invece, Massimino ha ottenuto gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Il suo difensore, l’avvocato Salvatore Pennica, ha chiesto al giudice, ottenendolo, un’attenuazione della misura invocando “una parità di trattamento”.

"Estorsioni mafiose", chiesto rinvio a giudizio di Massimino e Militello

I due presunti estorsori avrebbero tentato di imporre il racket, anche attraverso l'imposizione di un'assunzione, a due imprenditori.