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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia Licata

"Contatti fra massoneria deviata e magistratura?", il funzionario arrestato fa scena muta

Lucio Lutri, dipendente dell'assessorato regionale, ritenuto legato alla famiglia mafiosa di Licata, non risponde alle domande del gip

Ha prima fornito qualche risposta ma quando gli è stato chiesto dei “contatti” con magistrati o funzionari della Dia ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Lucio Lutri, il funzionario del dipartimento regionale all’Energia, che stamattina è stato interrogato dal gip di Palermo, Maria Cristina Sala, ha deciso, quindi, di rispondere solo in parte.

Lutri è stato arrestato dal Ros nell’ambito dell’indagine "Halycon", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo assieme ad altre sei persone, accusate di mafia e ritenute appartenenti alla cosca di Licata.

Lutri – che è stato maestro venerabile della loggia “Pensiero e azione” di Palermo – secondo i pm “ha sistematicamente messo a disposizione della consorteria mafiosa la privilegiata rete di rapporti intrattenuti con altri massoni professionisti ed esponenti delle istituzioni”. Lutri è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ed è difeso dall’avvocato Salvino Pantuso.

Nel corso delle perquisizioni eseguite nell’abitazione e nell’ufficio regionale sono stati sequestrati documenti e hard disk contenenti listi di nomi - “diverse centinaia” - su cui ora si concentrano le attività di indagine. L’accusa ha chiesto la convalida del fermo e delle misure cautelari. Il gip si è riservato la decisione che dovrà arrivare entro domani.

Questa mattina, invece, davanti al gip di Agrigento, Alessandra Vella, si sono tenuti tutti gli altri interrogatori di convalida del fermo ad eccezione di quello di Raimondo Semprevivo, 47 anni, che, essendo già detenuto, sarà ascoltato dopo l'eventuale ordinanza di rinnovazione del gip di Palermo. 

Al carcere Petrusa sono stati interrogati Giovanni Lauria, 79 anni, Vito Lauria, figlio di Giovanni, 49 anni; Angelo Lauria, 45 anni, farmacista, cugino e nipote degli altri due; Giacomo Casa, 65 anni e Giovanni Mugnos, 53 anni.

I soli Casa e Vito Lauria (assistiti dagli avvocati Giuseppe Glicerio e Luigi Ciotta, nel collegio di difesa anche l'avvocato Angela Porcello) hanno risposto alle domande del giudice, respingendo le accuse.

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