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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mafia Canicattì

Cade l'accusa di evasione e ottiene la liberazione anticipata, Lo Giudice torna libero

L'ex deputato e assessore regionale, personaggio chiave della maxi inchiesta "Alta mafia", ha finito di scontare l'ultima condanna

“A parte un episodio, ha sempre rispettato le prescrizioni imposte”. Il magistrato di sorveglianza di Agrigento, Walter Carlisi, ha concesso la “liberazione anticipata” riducendo la pena di 45 giorni: l’ex assessore regionale dell’Udc, Vincenzo Lo Giudice, personaggio chiave della maxi inchiesta “Alta mafia” che, nel 2004, disarticolò un complesso intreccio affaristico mafioso, ha scontato anche la seconda condanna e torna ad essere un uomo completamente libero.

Il magistrato, al quale si era rivolto il suo difensore, l’avvocato Calogero Lo Giudice, ha ridotto la condanna, che l’ex uomo politico, oggi quasi ottantenne, stava scontando in regime di detenzione domiciliare, dopo che lo stesso ha chiarito un episodio, risalente allo scorso 13 marzo: i poliziotti erano andati nella sua abitazione per un controllo e non aveva risposto al citofono. Un’ora dopo, gli agenti hanno riprovato e l’ex deputato, affetto da alcune patologie, ha spiegato di non avere sentito il campanello. Il procedimento, dopo un suo formale interrogatorio, nei giorni scorsi, è stato archiviato dal gip Stefano Zammuto su richiesta del pm Gloria Andreoli. La stessa diffida, inviata dal magistrato di sorveglianza, sulla base del chiarimento, è stata superata ed è arrivato il via libera alla scarcerazione.

Lo Giudice, il 22 luglio del 2013, subito dopo avere finito di scontare la condanna per mafia, fu denunciato per avere violato le prescrizioni della sorveglianza speciale alle quali era sottoposto in quanto ritenuto “socialmente pericoloso” e, per questo, non poteva partecipare a sedute pubbliche. L’accusa scaturiva dall’essere andato in consiglio comunale, alla seduta celebrativa dei 100 anni di vita di don Vincenzo Restivo. 

Per questo stava scontando una nuova condanna a otto mesi in detenzione domiciliare.

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