"Era a disposizione del capo famiglia", Vito Riggio resta in carcere
Rigettata l’istanza del suo difensore, l’avvocato Calogero Lanzarone, contro la conferma della custodia in carcere decisa dal Gip Ermelinda Mafia
Il tribunale della Libertà ha confermato la custodia cautelare in carcere per Vito Riggio, di 46 anni, di Menfi, indagato per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione "Opuntia" e per il quale la Dda di Palermo ha già avanzato al Gup richiesta di rinvio a giudizio.
Vito Riggio chiede la revoca della custodia cautelare
Rigettata l’istanza del suo difensore, l’avvocato Calogero Lanzarone, contro la conferma della custodia in carcere decisa dal Gip Ermelinda Mafia, al quale il legale si era rivolto con motivazioni che riguardavano anche la scarcerazione, avvenuta alcune settimane fa e decisa sempre dal tribunale della Libertà, di un altro indagato, il medico menfitano Pellegrino Scirica.
La Dda chiede otto rinvii a giudizio
La difesa di Riggio, con l’avvocato Lanzarone, puntava anche sul fatto che il collaboratore di giustizia Vito Bucceri, di Menfi, "non indica Riggio come componente della famiglia". Per il Gip e adesso per il tribunale della Libertà, invece, Riggio sarebbe stato "a disposizione del capo famiglia" con "una totale adesione ai disvalori propri ed esclusivi dell’intero sodalizio mafioso". E poi, sempre per il Gip, non sono venuti meno gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelare.