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Cronaca

L'addio di AgrigentoNotizie a Loredana: "Ciao Log, ci mancherai ma ti ricorderemo sempre con il sorriso"

Decenni di vita professionale e personale ci legano alla nostra amica dall'allegria contagiosa e dalla risata inconfondibile: "Continua a restarci accanto"

“Log”. Era questo il nomignolo con cui molti colleghi e amici chiamavano Loredana Guida, 44 anni, morta il 28 gennaio dopo alcuni giorni di agonia per un caso di malaria non diagnosticato e curato in tempo. Un nome che aveva un suo significato e un suo legame con il “mestieraccio” che Loredana e tutti noi condividevamo da anni: quello del giornalista.

“Log” era la sua sigla sul Giornale di Sicilia, testata su cui ha scritto per anni, insieme a tanti altri rappresentanti di una classe giornalistica che oggi si è trovata, proprio malgrado, a raccontarne la morte. Nomignolo che ha mantenuto negli anni di Agrigentonotizie.it, quando questo sito era letteralmente ai suoi primi vagiti.

Un nomignolo che racconta ciò che Loredana era, innanzitutto: una giornalista. Appassionata, puntigliosa, cauta, amante di un racconto fatto innanzitutto di umanità ma anche capace di alzare la voce, e molto, dinnanzi alle cose che riteneva ingiuste. Sul lavoro, come nella vita. Un carattere forte e deciso, lo stesso del padre, Leonardo, anche lui andato via troppo giovane.

Una giornalista che è stata anche amica e maestra delle leve più giovani, che in lei hanno sempre trovato aiuto e consigli, ma che poi ha dovuto scegliere se continuare con un mestiere che toglie troppo e, spesso, dà molto poco o provare la strada dell’insegnamento. Lavoro che conduceva da alcuni anni con amore anch’esso, parlando con tutti dei suoi “picciliddruzzi”, i suoi alunni. Da lì erano seguiti anni di maggiore serenità professionale, anche, se si vuole, di spensieratezza: la riscoperta della passione per il canto (semisconosciuta ai più), la voglia di viaggiare, di conoscere posti nuovi, come l'Africa, dove era andata la prima volta la scorsa estate e dove è tornata, fatalmente, i primi giorni dell'anno.

Tanti ricordi ci legano a lei, in un decennio (per qualcuno quasi il doppio) di “colleganza” e di amicizia profonda. Tutti noi, intorno al suo letto di ospedale, abbiamo atteso, pregato e sperato. Ma la malattia, un inspiegabile male tropicale che evoca epoche lontane, ci toglieva, un giorno dopo l’altro, ogni flebile legame con il sogno che quella situazione potesse evolvere in meglio. Che lei potesse riaprire gli occhi e riscaldare quel reparto così infestato di dolore e morte con la sua risata inconfondibile. Che potesse prenderci in giro, vedendoci tutti così tristi.

Sono stati giorni convulsi, che abbiamo provato a raccontare in ogni dettaglio, ponendo interrogativi, facendo il nostro lavoro. Ci sarà perdonato da tutti, se alcune parole potranno essere apparse più pesanti di altre. Erano bagnate di pianto, tutto qui. Non abbiamo mai chiesto vendetta, né è nostro compito invocare giustizia: i giornalisti raccontano storie per la gente che le vuole leggere. Lo hanno sempre fatto, continueranno a farlo finché questa bistrattata categoria esisterà.

Loredana mancherà ai suoi cari, mancherà a tutti noi. Mancherà anche a questo mestieraccio, che perde una voce libera, ironica, "camurrusa" e capace, sempre e comunque, di non prendersi troppo sul serio.

Ciao Log, non sappiamo se oltre c'è qualcosa. Ma se è così, continua a starci accanto, in questo viaggio spesso senza senso. Proveremo a ricordarti con il sorriso, come avresti voluto tu.
 

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