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Cronaca Licata

"Accusati di sequestro di persona e violenza di gruppo a una disabile", assolti due quarantenni

Il pm aveva chiesto tredici anni complessivi di carcere, secondo i giudici non costrinsero la donna a fare un viaggio in auto e andare con loro in un albergo

Assoluzione perché il fatto non sussiste: secondo i giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, i due licatesi, tunisini di origine, non sequestrarono né violentarono una donna disabile costringendola a fare un viaggio in auto da Messina alla provincia di Agrigento per poi abusarne. I due imputati, Abdel Gani e Ahmed Saber Darwish, adesso quarantenni, sono stati scagionati dalle accuse di una donna, malata di parkinson, che li aveva denunciati diversi anni fa. La vicenda risale addirittura al lontano 2007.

I due uomini erano stati accusati di avere prelevato la donna da Messina, di averla fatta salire sull’auto e di averla trasportata fino a Licata in auto. Un primo episodio di violenza sessuale di gruppo, secondo l’accusa originaria che non ha retto al vaglio del processo, si era verificato in un autogrill durante la sosta. Il secondo sarebbe accaduto in una camera di albergo dove la donna, secondo l’ipotesi originaria, era stata portata contro la sua volontà.

Il pubblico ministero Alessandra Russo, ieri mattina, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna di Gani a 6 anni di reclusione e di Ahmed Saber a 7 anni, ritenendo che le accuse della donna fossero state pienamente riscontrate dal dibattimento nonostante le difficoltà del caso e il tempo trascorso. Di diverso avviso il difensore dei due imputati, l’avvocato Gianluca Magliarisi, che aveva apertamente accusato la donna. “Mi spiace dirlo – ha detto durante la sua arringa – per via delle sue condizioni di salute ma è notorio che si tratta di una persona che per i soldi si prostituisce e che non ha alcuna attendibilità".

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