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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Licata

"Uccise lo zio a pistolettate durante lite con la madre", dubbi sulla capacità di partecipare al processo

Disposti approfondimenti di natura psichiatrica per il ventenne Giuseppe Volpe, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Giacinto Marzullo, 52 anni

Il ventenne Giuseppe Volpe, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per l’omicidio dello zio Giacinto Marzullo, 52 anni, era capace di intendere e volere. Tuttavia ci sono alcuni dubbi sulla sua capacità di partecipare al processo. Dubbi avvalorati anche da una perizia eseguita nell'ambito di un altro procedimento, aperto a carico del giovane per avere dato fuoco alla cella dove era detenuto.

La perizia psichiatrica, eseguita dai medici Chiara Caruso e Vincenzo Mangano, sarà quindi integrata e, qualora dovesse essere accertato che le condizioni mentali del giovane non gli consentono di partecipare con coscienza al processo, la Corte di appello lo sospenderà per sei mesi fino a quando i periti non arriveranno a una conclusione opposta. Il prossimo passaggio in aula è stato fissato per il 18 marzo. 

Marzullo, agricoltore e muratore, è stato ucciso il 18 agosto del 2017. Il suo corpo è stato trovato crivellato di colpi in un appezzamento di terreno vicino alla rotonda per la località balneare di "Mollarella", a Licata. I poliziotti della squadra mobile, due giorni dopo, su incarico della Procura hanno sottoposto a fermo Volpe, figlio della sorella della vittima, che avrebbe fatto fuoco dopo l’ennesimo litigio per dissidi economici. 

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