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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Lampedusa e Linosa

Pietro Bartolo premiato a Firenze: "Cambiare strategia sull'immigrazione"

Secondo il medico di Lampedusa "per evitare nuove stragi bisogna andare a prendere i migranti dall'altra parte. E' difficile, ma con la buona volontà si può riuscire"

Nuovo riconoscimento per Pietro Bartolo, il “medico eroe”, responsabile del presidio sanitario di Lampedusa.

Questa sera a Firenze gli sarà consegnato il premio “Galileo 2000”, giunto già alla diciassettesima edizione.

“In 25 anni, Bartolo – si legge nella motivazione - e la sua squadra hanno visitato, soccorso e medicato circa 300 mila persone. Ricordiamo inoltre, che il dottore è uno dei protagonisti di Fuocoammare, il film documentario del 2016 diretto da Gianfranco Rosi, premiato con l'Orso d'Oro come miglior film al Festival di Berlino e candidato nella categoria miglior film straniero agli Oscar del 2017”. “Quest’anno il comitato scientifico – aggiungono gli organizzatori - composto da Zubin Mehta, Jack Lang, Irene Papas, Irina Strozzi e gli stessi De Virgiliis e Giorgetti, ha deciso di conferire il prestigioso riconoscimento a istituzioni, associazioni e persone che si sono particolarmente distinte nell'affrontare in maniera positiva il fenomeno delle migrazioni, questione che tanto sta influenzando la politica europea. Sono sette i premiati".

La cerimonia di consegna si terrà presso il Teatro della Pergola.  

Stamani, nel corso di un incontro a Firenze tra tutti coloro i quali sono stati premiati, Pietro Bartolo è intervenuto sulla questione immigrazione. Secondo il medico di Lampedusa "bisogna cambiare strategia sull'immigrazione rispetto alle operazioni in mare che oggi lasciano scoperte "le venti miglia della morte", nelle quali affondano i gommoni”. “Dal momento in cui sono iniziate le operazioni come Mare Nostrum e Frontex – ha aggiunto Bartolo - i trafficanti ne hanno approfittato per risparmiare: invece di comprare le carrette del mare, che erano dei barconi che dovevano attraversare tutto il Mediterraneo, sapendo che ora le nostre navi sono a 20 miglia dalla Libia, i trafficanti non mettono più i migranti sui barconi ma su gommoni fatiscenti e schifosi, che affondano al primo colpo, così assistiamo a un aumento dei naufragi e delle morti". Secondo il medico "bisogna andare a prenderli dall'altra parte: è difficile, ma se c'è buona volontà i problemi si risolvono".

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