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Cronaca Lampedusa e Linosa

Poliziotto pestato a sangue all'uscita della discoteca, un teste: "Lo stavano uccidendo"

Roberto Laterza, assunto come inserviente occasionale del locale, racconta la scena ma la sua credibilità vacilla

"D“Agostino stava ammazzando un poliziotto, ascoltate me: prendetelo e buttatelo in galera. Domenico, invece, non ha fatto nulla”. Roberto Laterza, assunto come inserviente occasionale della discoteca, ha raccontato così, per oltre due ore, l’aggressione di cui è stato vittima il poliziotto Sergio Valentini, 40 anni, avvenuta il 18 settembre del 2011. Per questi fatti sono imputati due giovanissimi lampedusani, Domenico De Battista e Agostino Famularo, entrambi di 23 anni, accusati di lesioni personali gravissime. Laterza è l’ultimo testimone della lista del pubblico ministero Elenia Manno.

“Ero fuori, nel piazzale, e ho visto che lo stavano pestando. Uno lo teneva e l’altro lo picchiava. Altri due guardavano, sono intervenuto per dirgli di smetterla e farlo allontanare”. Il brutale pestaggio è avvenuto all'uscita di un locale di Cala Pisana, a Lampedusa, dove il poliziotto si trovava insieme ad alcuni colleghi "per una serata di svago", come ha raccontato lui stesso. All’identificazione dei due imputati, difesi dall’avvocato Arnaldo Faro, si è arrivati grazie alla testimonianza di Laterza. L’uomo, però, durante la sua deposizione, davanti ai giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato, ha vacillato un po’ troppo. Innanzitutto per avere cambiato versione su un aspetto decisivo: la responsabilità di tale “Domenico” che, evidentemente, sarebbe De Battista. “Non ha fatto nulla, era là ma non ha fatto nulla”.

Al contrario, quando era stato sentito dai carabinieri, aveva rivelato di un ruolo attivo da parte del ragazzo nell’aggressione. L’uomo ha traballato parecchio quando ha precisato di essere intervenuto “per amore della pace”. L’avvocato Faro, infatti, aveva in mano il suo casellario giudiziale composto da diverse pagine che con la pace sembra entrarci poco e si scopre, nonostante il suo tentativo maldestro di negare, che ha trascorso dodici anni in carcere per violenza sessuale, furto, evasione, lesioni, rissa e tanto altro. “Ma senza né mangiare né bere”, ha precisato. 

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