La Mare Jonio resta confinata al largo, arrivano provviste e il medico Pietro Bartolo
Stamani, secondo quanto è stato reso noto da Mediterranea Saving Humans, è stata fatta una nuova richiesta urgente per far entrare in porto la nave. C'è il rischio di emergenza igienico-sanitaria
Ore 17. L'armatore Alessandro Metz, l'europarlamentare e medico di Lampedusa Pietro Bartolo e la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba stanno salendo sulla nave Mare Jonio, che si trova a 13 miglia da Lampedusa: al confine delle acque territoriali italiane, per portare provviste e verificare le condizioni dei naufraghi, dell'equipaggio e della nave. A renderlo noto, sui social, è stata Mediterranea Saving Humans.
Niente più acqua e rifiuti a bordo
Niente più acqua e rifiuti a bordo. Dalla "Mare Jonio" che è ancora a 13 miglia dalla costa di Lampedusa, al confine con le acque territoriali italiane, viene lanciato un nuovo, accorato, Sos.
Onde alte due metri ed emergenza sanitaria: sbarcati bimbi, donne e malati: in 64 lasciano la "Mare Jonio"
"Il personale sanitario di bordo della Mare Jonio ha inviato alle autorità competenti una nuova richiesta urgente di entrata in porto della nave, a causa del rischio di emergenza igienico-sanitaria". Lo rende noto Mediterranea Saving Humans. "A creare allarme è la mancanza di acqua destinata a uso igienico e alle altre necessità di bordo, mancanza che si protrae da ormai 40 ore e di cui le autorità sono informate già dalle prime ore di ieri mattina - hanno spiegato - .
Sottolineiamo che questa emergenza non può evidentemente essere risolta con il semplice invio di bottiglie di acqua. Allarmante inoltre la presenza a bordo di rifiuti derivanti dal salvataggio e dalla permanenza a bordo dei naufraghi, come i vestiti impregnati di benzina e di deiezioni. Il rischio di malattie comunitarie - hanno concluso - è aggravato dalla mancanza d'acqua, con conseguenti possibili danni per la salute di naufraghi ed equipaggio".