Lampedusa, Legambiente: "Scempio a Cala Uccello"
La responsabile locale Giusi Nicolini denuncia l’esecuzione di lavori e la realizzazione di...
Con un esposto inviato a carabinieri, Corpo forestale e Soprintendenza di Agrigento, Legambiente ha denunciato l’esecuzione di lavori e la realizzazione di opere consistenti in scavi, movimenti di terra, sbancamenti, apertura di piste nella caletta sabbiosa di Cala Uccello, sulla costa orientale di Lampedusa.
“Quando abbiamo visto quella caletta scempiata – dichiara Giusi Nicolini, locale responsabile di Legambiente – non volevamo credere ai nostri occhi. Di qualunque cosa si tratti, l’assurdità e la violenza di questi lavori, il massacro di una delle calette più suggestive di Lampedusa, dimostrano che questa è un’isola in serio pericolo. Lampedusa è un’isola da salvare, non dagli sbarchi, ma da coloro che la stanno divorando giorno per giorno. Gli sbarchi e l’emergenza sapientemente orchestrata intorno a questo problema – continua Giusi Nicolini – in verità nascondono ciò che succede all’ombra di tutto ciò, occultano lo sfruttamento selvaggio del territorio e l’illegalità che stanno devastando l’isola, depredandola proprio nelle sue uniche risorse per il turismo. La verità è che a Lampedusa la vera emergenza è un’altra: è l’assoluta mancanza di controllo del territorio, il dilagare di cave e discariche abusive, l’occupazione selvaggia e la manomissione delle spiagge, l’affermazione di logiche di accaparramento a discapito dei beni comuni”.
Nicolini continua: "Lo scempio di Cala Uccello appare finalizzato all’adduzione di tubi a mare e sembrerebbe un’opera pubblica. Sui luoghi manca il cartello, obbligatorio per legge, che serve proprio a pubblicizzare la titolarità e la finalità dei lavori, le autorizzazioni rilasciate dagli Enti preposti alla tutela del regime vincolistico gravante sui luoghi, direzione dei lavori, etc. Ma già questo è sufficiente a dimostrare che a Lampedusa tutto è possibile”.
Legambiente attende ora l’intervento delle Autorità competenti ad accertare la regolarità dei lavori ed annuncia ulteriori iniziative finalizzate soprattutto a tenere alta l’attenzione per la salvaguardia di una delle isole più belle e più famose d’Italia, ma l’unica ad essere così maltrattata.
“Quando abbiamo visto quella caletta scempiata – dichiara Giusi Nicolini, locale responsabile di Legambiente – non volevamo credere ai nostri occhi. Di qualunque cosa si tratti, l’assurdità e la violenza di questi lavori, il massacro di una delle calette più suggestive di Lampedusa, dimostrano che questa è un’isola in serio pericolo. Lampedusa è un’isola da salvare, non dagli sbarchi, ma da coloro che la stanno divorando giorno per giorno. Gli sbarchi e l’emergenza sapientemente orchestrata intorno a questo problema – continua Giusi Nicolini – in verità nascondono ciò che succede all’ombra di tutto ciò, occultano lo sfruttamento selvaggio del territorio e l’illegalità che stanno devastando l’isola, depredandola proprio nelle sue uniche risorse per il turismo. La verità è che a Lampedusa la vera emergenza è un’altra: è l’assoluta mancanza di controllo del territorio, il dilagare di cave e discariche abusive, l’occupazione selvaggia e la manomissione delle spiagge, l’affermazione di logiche di accaparramento a discapito dei beni comuni”.
Nicolini continua: "Lo scempio di Cala Uccello appare finalizzato all’adduzione di tubi a mare e sembrerebbe un’opera pubblica. Sui luoghi manca il cartello, obbligatorio per legge, che serve proprio a pubblicizzare la titolarità e la finalità dei lavori, le autorizzazioni rilasciate dagli Enti preposti alla tutela del regime vincolistico gravante sui luoghi, direzione dei lavori, etc. Ma già questo è sufficiente a dimostrare che a Lampedusa tutto è possibile”.
Legambiente attende ora l’intervento delle Autorità competenti ad accertare la regolarità dei lavori ed annuncia ulteriori iniziative finalizzate soprattutto a tenere alta l’attenzione per la salvaguardia di una delle isole più belle e più famose d’Italia, ma l’unica ad essere così maltrattata.