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Cronaca Lampedusa e Linosa

"Condannato per tangenti a quasi 7 anni di carcere", l'ex sindaco De Rubeis ai domiciliari

Il magistrato di sorveglianza, dopo due anni e mezzo di reclusione in cella, gli ha concesso la detenzione in casa per ragioni di salute

Il magistrato di sorveglianza di Trapani ha concesso la detenzione domiciliare all'ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, condannato definitivamente a 6 anni e 9 mesi di reclusione e in carcere da due anni e tre mesi dopo la sentenza della Cassazione che lo riconosceva colpevole di due ipotesi di concussione.

De Rubeis, difeso dagli avvocati Silvio Miceli e Vincenzo Caponnetto, ha lasciato il carcere di Trapani ed è tornato nella sua abitazione di Lampedusa, dopo il via libera del magistrato che ha giudicato le sue condizioni di salute incompatibili col regime carcerario.

L’ex sindaco delle isole Pelagie è stato riconosciuto colpevole di avere preteso soldi da due imprenditori che furono costretti a pagare nella speranza, poi rivelatasi vana, di sbloccare il proprio credito milionario col Comune. De Rubeis, che nell'estate del 2009 fu arrestato e rimase in carcere un mese, dal 17 luglio al 17 agosto, aveva costretto l’imprenditore Sergio Vella a pagare 7 mila euro in cambio del riconoscimento del credito milionario che la sua ditta vantava per avere gestito il servizio di nettezza urbana nell’isola.

Un'altra ipotesi di concussione, per la quale è stato condannato, veniva contestata ai danni dell’imprenditore del settore edile Massimo Campione che avrebbe pagato circa 50 mila euro in cambio della riscossione del credito col Comune relativo alla gestione della rete fognaria sull'isola. Nel processo venivano raggruppate altre vicende minori di abuso di ufficio che, col tempo, sono state cancellate dalla prescrizione. De Rubeis, il 22 gennaio del 2018, aveva lasciato Lampedusa per raggiungere Agrigento con l'intenzione di costituirsi al carcere Petrusa in caso di rigetto del ricorso e lo aveva fatto puntualmente.

Negli anni successivi è stato poi trasferito al carcere di Trapani da dove gli è stato adesso consentito di uscire per ragioni di salute.

Nel frattempo sono proseguiti i guai giudiziari e ha rimediato una condanna a 4 anni e un mese di reclusione, in primo grado, con l'accusa di avere gestito, sempre in quegli anni, un giro di tangenti insieme a due tecnici da lui nominati in ruoli strategici del Comune. 

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