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Cronaca

Mafia e Stiddra tornano ad armarsi: a disposizione anche kalashnikof ed esplosivi

A tracciare un quadro inquietante è la Dda di Palermo, nel contesto della relazione della Corte d'Appello sul nuovo anno giudiziario

Le organizzazioni mafiore operanti in provincia di Agrigento sono dotate di una "notevole disponibilità di armi da fuoco, anche del tipo da guerra", come kalashnikov ed esplosivi e, soprattutto, hanno ripreso ad usarle con disinvoltura e ferocia.

E' questo il quadro allarmante presente nella relazione del presidente della Corte di Appello di Palermo, Matteo Frasca, letta in occasione delle cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel riportare quanto scritto dalla Direzione distrettuale antimafia rispetto alle attività condotte nella lotta alla mafia, si rileva come sia "emersa la piena operatività dell’associazione mafiosa" nelle province di Agrigento e Trapani.

La relazione Dia 2019: ecco perché cosa nostra resta forte in provincia

"In particolare, in quella agrigentina, oramai da almeno quattro anni, si sono verificati una impressionante serie di fatti di reato quali omicidi e tentati omicidi, nonché rinvenimento di veri e propri arsenali di armi da cui desumere la progressiva recrudescenza di fatti criminosi di sangue nel territorio, dopo un periodo di sostanziale 'silenzio' da parte delle organizzazioni mafiose ivi operanti, sia cosa nostra che stidda, e la notevole disponibilità di armi da fuoco, anche del tipo da guerra (kalashnikov, esplosivi e altro), da parte delle medesime organizzazioni criminali".

La droga è tornata ad essere il business principale dei mafiosi

La relazione evidenzia, inoltre la "dimostrata capacità di alcune famiglie mafiose agrigentine di infiltrare talune logge massoniche avvalendosi in particolare della illecita contiguità di un funzionario della Regione Siciliana, maestro venerabile della loggia massonica di Palermo (inquadrata nel Goi), il quale risulta avere sistematicamente messo a disposizione della consorteria mafiosa la privilegiata rete di rapporti intrattenuti con professionisti ed esponenti delle istituzioni in gran parte anch’essi massoni". Il riferimento è probabilmente all'operazione "Halycon".

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