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Cronaca Joppolo Giancaxio

Centro di compostaggio, il titolare:"Riapriremo, non la daremo vinta agli speculatori"

"La mia azienda è sorta in piena zona agricola e dopo aver ottenuto tutti i permessi da parte di tutte le autorità competenti, nella stessa zona è sorto un complesso abitativo (ville con piscina e case lussuose), in maniera poco trasparente"

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, a seguito della chiusura del centro di compostaggio di Joppolo, il titolare dell’azienda Pietro Giglione ha voluto fare alcune precisazioni.

La decisione di chiudere a tempo indeterminato l’impianto – precisa Giglione – è stata presa in piena autonomia e senza nessuna imposizione di legge. È stata sofferta, pensando al disagio sociale che avrebbe provocato, ma meditata poiché mi sono stancato di dover sopportare continui attacchi alla mia onorabilità e alla mia onestà e dover subire, quasi quotidianamente, controlli (che è giusto sottolineare, con esito sempre negativo) da parte degli organi di polizia.

Ringrazio il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro e tutti gli altri sindaci della provincia di Agrigento e di Caltanissetta per avermi manifestato la loro solidarietà e la loro vicinanza, mettendosi anche a disposizione per eventuali iniziative a mio sostegno.

Credo – continua Giglione – che sia arrivato il momento di dire la verità. La mia azienda è sorta in piena zona agricola e dopo aver ottenuto tutti i permessi da parte di tutte le autorità competenti.

I problemi sono nati dopo che nella stessa zona, a circa 400 metri dall’azienda, è sorto un complesso abitativo (ville con piscina e case lussuose), in maniera poco trasparente, che ha trasformato la vocazione agricola in abitativa residenziale.

Da quel momento sono partiti: esposti, denunce e telefonate agli organi di controllo che mai hanno trovato qualcosa da ridire, e si è persino arrivati a mettere in dubbio la loro onestà e professionalità.

I proprietari delle villette hanno poi trovato la loro paladina nel direttore di Legambiente, che anziché difendere un’azienda come la nostra che ricicla, ha preso le difese degli “abusivi”, dicendo ogni sorta di male contro il nostro centro, senza mai essere venuta a documentarsi di persona, ma solo per sentito dire.

Mi si accusa – continua Giglione – di rovinare la strada che porta alla mia azienda, ma è vero il contrario in quanto molto spesso facciamo con i nostri mezzi e le nostre risorse manutenzione della strada in questione.

Voglio pertanto ribadire che la mia azienda si trova in piena zona agricola, è munita di tutte le autorizzazioni e lavora in rispetto di tutte le norme in materia, fornendo il prodotto a diverse aziende agricole di tutta la Sicilia che ne apprezzano la qualità.

Se proprio si vogliono fare dei controlli, si facciano sul complesso residenziale sorto in una zona che aveva tutt’altra destinazione.

Sono stanco di essere accusato continuamente di essere un mafioso, un corruttore e un delinquente, desidero che venga restituita integralmente la mia dignità, messa spesso in dubbio da qualcuno.

In questi giorni di chiusura ho riflettuto con i miei familiari e i miei impiegati sul nostro futuro. E grazie anche al sostegno della gente onesta e di tutti gli amministratori che hanno firmato delle convenzioni con la nostra azienda, abbiamo deciso che non dobbiamo darla vinta agli speculatori e agli pseudo-ambientalisti.

Fra qualche giorno riapriremo l’azienda ai comuni che in questi giorni sono stati costretti a conferire i rifiuti organici in provincia di Trapani.

E spero, dopo queste mie precisazioni, che ci sia un mutamento dell’opinione comune nei nostri riguardi, messa artatamente in circolo da chi vuole intimidirci.

La nostra – conclude Giglione - è un’azienda che rispetta norme e leggi e fa della salvaguardia dell’ambiente e della green-innovation la propria filosofia d’impresa”. 

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