Polo universitario, ingiunzione di 9 milioni di euro: l'intervento del sindacato Confael
La notizia che il Cupa deve, per ingiunzione, 9 milioni di euro all’Unipa costituisce una disarmante conferma per quanti da sempre abbiamo sostenuto senza invincimenti che la parola fine sul Polo Universitario è già stata scritta da tempo. Un chiaro segnale in tale direzione è stata la mancata inaugurazione dell’anno accademico presso il Cupa.
A fronte di ciò suona come un contro senso, quasi una provocazione, la presa di posizione assunta oggi da CGIL CISL UIL che, contrariamente nel mese di luglio 2016 riconoscevano alla nuova gestione del Cupa un frettoloso plauso, rassicurando le famiglie e gli studenti, certe che si fosse avviato un nuovo corso.
A conferma di tale critica, come non citare l’incontro intercorso nel mese di settembre 2016 tra il CUPA e la commissione istruzione del Comune di Agrigento quando venivano indicate come priorità la revisione dei costi, il contenimento della spesa, il potenziamento dell’ offerta formativa, palesando persino l’attivazione di corsi di alta formazione per tramite dell’ennesima intercettazione di fondi europei, manifestando altresì un preciso risentito richiamo al negativo disimpegno dell’ex provincia.
Il Cupa infatti aveva preso impegni per “regolare i conti” con l’ex provincia - Libero Consorzio, però nel tempo ha dovuto prendere atto dell’ impossibilità di ciò in quanto il Commissario non esprime altre volontà se non quelle vincolanti della Presidenza della Regione.
Per non parlare del discorso che il Presidente del CUPA tenne nel mese di Ottobre scorso in Consiglio Comunale ad Agrigento dove accennava all’iscrizione di soli 100 studenti, ad un bilancio in carenza di ossigeno con margini di manovra strettissimi, ad un pesante esubero di personale in servizio ed alla eventuale dismissione dell’ Università di Palermo.
Con la dovuta accortezza al termine di tale intervento del CUPA si sarebbe dovuto prendere atto della irreversibilità del percorso intrapreso dalla politica e da UNIPA, dichiarando in tutte le forme consentite come inaccettabile tale orientamento, non foss’altro perché determinato da precisi interessi politici ed economici che hanno bruciato in questi anni decine di milioni di euro a discapito del futuro dei nostri giovani.
Cosa ancor più grave è che in queste citate occasioni non si registrò mai alcuna notizia circa questo pesante fardello debitorio in capo al CUPA, della cui entità non si poteva già non sapere.
Ed è questo il nodo principale. A nostro avviso la manifesta volontà di dismettere il Polo Universitario, è dettata da ragioni legate a scelte territoriali ed economiche che competono prioritariamente alla politica in danno alla comunità agrigentina.
Agrigento non può divenire teatro di interessi economici privati nel campo dell’istruzione universitaria i cui costi ricadrebbero solamente sulle famiglie e sui giovani di una provincia come Agrigento a forte depressione economica e ad elevato tasso di disoccupazione e povertà.
La Confael intende affermare senza invincimenti che il diritto allo studio universitario nella provincia di Agrigento va assicurato dal Governo Regionale per tramite dell’Università pubblica .