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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Favara

Inchiesta "Stipendi spezzati", il racconto: "Non mi hanno mai dato il mio bancomat ed il Pin"

Le dichiarazioni emergono dalle pagine dell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento Alfonso Malato

Qualcuno sarebbe andato in banca ad aprire il conto corrente, ma già dal momento dell'uscita non avrebbe più visto - poiché, secondo gli accordi, l'avrebbe direttamente consegnata - la carta bancomat ed il codice Pin. Qualcun altro, invece, avrebbe semplicemente firmato i moduli necessari per l'apertura del conto corrente e non sarebbe mai venuto in possesso del bancomat. Qualcuno, addirittura, neanche sapeva di avere un bancomat. Sono, grosso modo, tutti dello stesso genere i racconti fatti ai carabinieri della compagnia di Licata dagli ex dipendenti della cooperativa "Suami". Dichiarazioni - che emergono dalle pagine dell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento - che hanno portato all'inchiesta denominata "Stipendi spezzati" con quattro ordinanze cautelari firmate dal Gip Alfonso Malato. Otto, però, complessivamente, le persone indagate.

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Ecco uno dei racconti, fatti il 3 ottobre del 2016, da una ex dipendente: "Ho lavorato alle dipendenze della Suami società cooperativa sociale Onlus, presso la sede di Licata, dal 2009 al 2016. Fino al luglio 2010 in nero, a seguire con regolare contratto. Se non erro, proprio nel luglio del 2010, in occasione della visita di Salvatore Lupo in comunità, lui mi chiamò e mi disse che a breve sarei stata assunta con contratto regolare. In quell'occasione mi disse che avrei continuato ad essere pagata con la somma mensile di 650 euro. Mi disse però che avrei dovuto firmare delle buste paga di importo superiore. Io chiesi di quanto sarebbero state tali buste paga e lui mi disse che si sarebbero aggirate intorno a 1.100 o 1.200 euro. Mi disse però che, nonostante tali buste paga, il mio compenso mensile sarebbe stato sempre di 650 euro. Io gli chiesi il perché e gli chiesi di darmi qualcosa in più, ma lui mi disse che non era possibile dicendomi: 'Se vuoi lavorare è così, altrimenti quella è la porta'.".

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