Crollo San Leone, la Procura chiedeva da un mese il sequestro di "Oceanomare"
Ci sarebbe un'inchiesta in corso con 8 indagati. La richiesta di sequestro è stata rigettata qualche giorno fa dal gip del Tribunale di Agrigento. Il locale, in seguito al cedimento della pista ciclabile, è stato comunque chiuso in via cautelativa
La Procura della Repubblica di Agrigento aveva chiesto il sequestro preventivo del locale "Oceanomare" di San Leone nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria che vede 8 persone indagate. E' quanto emerge all'indomani del crollo della pista ciclabile lungo il viale delle dune, proprio sul noto chiosco agrigentino.
La richiesta, presentata lo scorso 6 ottobre, è stata rigettata qualche giorno fa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento. I magistrati di via Mazzini, in seguito ad alcune verifiche ed accertamenti tecnici, sostenevano che "vi è fondato pericolo che la libera disponibilità da parte degli indagati possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso, in quanto gli stessi potrebbero mantenere aperta la struttura senza adottare le necessarie misure volte ad evitare che vi possano essere seri rischi per la tutela dell’incolumità dei soggetti fruitori del locale".
Il gip però, come detto, non ha ritenuto fondato il pericolo segnalato dalla Procura, che nella richiesta di sequestro parlava di "pericolo di inondazione atteso che la struttura è oramai praticamente in mare e che il moto ondoso continuo e costante e la conseguente erosione delle fondamenta del locale può determinarne il crollo con seri rischi per la pubblica incolumità tenuto conto della circostanza che l’esercizio commerciale è aperto al pubblico e frequentato da numerosi clienti".
Il locale, in seguito al cedimento della pista ciclabile, è stato comunque chiuso in via cautelativa, in seguito ad una ordinanza del Comune di Agrigento.
