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Cronaca

I superstiti rompono il muro del silenzio: "Ferri roventi sulla pelle, bastonate, stupri ed omicidi"

Tre i nigeriani fermati in quanto indiziati di delitto. Ma l'inchiesta della Procura distrettuale antimafia non esclude sviluppi visto che ci sarebbero altri carcerieri coinvolti

Ferri roventi sulla pelle, bastonate sulle piante dei piedi, benzina gettata addosso e poi fuoco. E' un'odissea quella raccontata - all'hot spot di Lampedusa - da alcuni migranti superstiti. Sopravvissuti alla prigionia nell'ex base militare "Casa Bianca" di Sabratah, in Libia, ed al viaggio "della speranza" verso l'Eldorado Italia. 

Carcerieri in Libia, fermati tre nigeriani

Sono stati tanti i migranti ascoltati dalla polizia di Stato. Soltanto alcuni, però, sono riusciti a parlare, a raccontare i loro giorni sul patibolo, rompendo il muro del silenzio. E le loro testimonianze, ritenute attendibili, puntuali e concordanti hanno fatto scattare il fermo, in quanto indiziati di delitto, dei tre nigeriani che hanno dai 24 ai 42 anni. Altri extracomunitari, invece, forse hanno avuto paura ed hanno scelto la strada della non collaborazione. Carcerieri e vittime erano, del resto, tutti nello stesso luogo: l'hot spot della più grande delle isole Pelagie. 

VEDI LA VIDEO INTERVISTA: "Determinanti le testimonianze dei migranti" 

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