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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Il crollo del costone sul palazzo Crea, scontro in aula sulla proprietà del muro

Il consulente del pm dice che appartiene alla società che realizzò il condominio, confermata la proprietà dei terreni la cui cattiva manutenzione avrebbe comportato la frana

Le particelle di terreni appartengono agli imputati ma il muro alla società Crea che realizzò il palazzo. L’ingegnere Giuseppe Raccuia, incaricato dal pm Andrea Maggioni di eseguire una consulenza catastale per ricostruire la proprietà delle singole particelle, dopo aver depositato la sua relazione e chiarito il dubbio sollevato dalla difesa, ha deposto in aula. Ed è stato subito scontro fra il pm e l'avvocato Salvatore Pennica, nella doppia veste di condomino evacuato e difensore di parte civile.

“I terreni da decenni non appartengono ai miei clienti”: l’avvocato Rosa Salvago, difensore dei presunti proprietari delle aree del viale della Vittoria che non sarebbero state tenute in sicurezza provocando il crollo del costone sul palazzo Crea, all’udienza precedente aveva sollevato il dubbio che quegli imputati non c’entrassero nulla. Il pm Andrea Maggioni aveva dato incarico a Raccuia di eseguire una consulenza che questa mattina è stata discussa in aula. Il punto è centrale, almeno per la posizione dei proprietari dei terreni prospicienti il costone. Si tratta di Maria Isabella Sollano, 75 anni, e dei figli Valentina e Oreste Carmina, 49 e 46 anni. Gli altri imputati sono l’ex sindaco Marco Zambuto e il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato. L’accusa a carico dei cinque imputati è di disastro colposo.

Il giudice Alfonso Malato, dopo uno botta e risposta di circa due ore, ha rinviato al 12 ottobre l'udienza preliminare per approfondire meglio la questione.  

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