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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Lampedusa e Linosa

Resilienza e accoglienza, Nicolini: "Il 3 ottobre non si dimentica, ricandidarmi? Non è tempo"

L'ex primo cittadino: "Certamente essere bocciata alle elezioni mi ha dato grande amarezza, ma non è che prima mi sentissi così supportata"

Torna a parlare Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa, ha parlato dei suoi progetti e della sua esperienza da primo cittadino. “Sindaco resiliente? Assolutamente si. Mi fanno ridere quelli che oggi hanno scoperto che l’Italia è sola rispetto al resto d’Europa - dice Nicolini al giornale 'Milleunadonna' -. Non hanno idea di che cosa vuol dire essere soli quando vivi in un posto di 20 chilometri quadrati popolato da cinquemila persone e sei il primo approdo sicuro. Solo dal 2014, con l’operazione Mare Nostrum, la prima e unica operazione dichiaratamente umanitaria, Lampedusa ha iniziato a essere un po’ salvaguardata, visto che le persone salvate in mare sono state redistribuite in Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria. Ma il 2011, con 60 o anche 65 mila persone sbarcate, è stato davvero drammatico per la nostra piccola isola. Allora c’era il ministro dell’interno Maroni, al quale sicuramente Salvini si sta ispirando. Maroni voleva rimpatriarli tutti in modo collettivo , cosa che non si può fare. Il vero obiettivo era quello di creare 'l’invasione perfetta a tavolino' per suscitare sdegno e paura. E oggi è ridicolo parlare di solitudine dell’Italia”.

L'ex sindaco afferma: "Non possiamo permetterci di fare altrimenti la voce grossa con altri paesi come la Germania, la Francia, la Svezia e perfino malta, che accolgono molto più di noi. E poi tenere i migranti “parcheggiati in mare” è una follia. In questi casi in mare accade esattamente ciò che accade sulla terra ferma. Se hai un ferito in ambulnza lo porti nell’ospedale più vicino. La mia vita da ex sindaca? Mi sono presa un anno sabbatico nel quale ho viaggiato moltissimo in Italia e anche in Africa. Certamente essere bocciata alle elezioni mi ha dato grande amarezza, ma non è che prima mi sentissi così supportata. In molti non capivano che quello che stavamo facendo insieme era sconfiggere lo stereotipo dell’isola invasa dai clandestini. La nostra è un’isola bellissima e la gente deve saperlo. Il nostro errore? Credere che le cose potessero cambiare davvero e non che l’opinione pubblica potesse assuefarsi all’orrore. Come dimenticare il naufragio del 3 ottobre e i 366 morti, più del terremoto d’Abruzzo? Di certo ho capito che non bisogna mai trascurare i propri affetti, perché sono quelli a darti l’energia per combattere e per andare avanti”. E su Lampedusa, Nicolini è sicura: “Ancora e sempre resilienza. Non abbandono Lampedusa, né tantomeno quei sogni che stavamo mettendo in pratica”.

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