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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Estorsione a clienti disabili", parti civili chiedono di produrre nuovi atti

I difensori delle presunte vittime vogliono fare acquisire alcuni documenti, il giudice si riserva

L'avvocato di parte civile Salvatore Pennica chiede di produrre alcuni documenti, fra cui la denuncia redatta da un sottufficiale all'indirizzo dell'imputata e di un giornalista per il contenuto ritenuto diffamatorio di un articolo, il collega Giuseppe Arnone (anche lui difensore di alcune presunte vittime) produce invece un provvedimento di archiviazione per prescrizione di una denuncia, presentata all'indirizzo dell'imputata, perchè - secondo Arnone - emergerebbe la circostanza che "l'avvocatessa Picone falsificò insieme a una collega la firma su un mandato difensivo".

Estorsione a clienti disabili, slitta la requisitoria

Il pubblico ministero Alessandra Russo si oppone e il processo viene ancora rinviato per consentire al giudice Alfonso Malato di sciogliere la riserva. Nel frattempo lo stesso Arnone annuncia che chiederà ancora di modificare il capo di imputazione. 

Il processo, ripartito dopo un azzeramento tecnico legato all'imprecisione delle contestazioni evidenziato dal gup Stefano Zammuto, è quello a carico dell’avvocato Francesca Picone e della sorella Concetta, consulente di un patronato, accusate di estorsione e tentata estorsione ai danni di due clienti dello studio legale. Secondo l’accusa l’avvocato Picone, che in una circostanza avrebbe avuto il supporto della sorella Concetta, che lavora in un patronato come consulente fiscale, avrebbe costretto alcuni clienti che assisteva in una causa previdenziale per ottenere l’indennità di accompagnamento per figli o familiari disabili, a pagare una parcella ulteriore a quella stabilita dal tribunale prospettando, in caso contrario, che sarebbero andati incontro a problemi economici peggiori e che avrebbero perso la stessa indennità.

Tesi che la difesa delle imputate, affidata agli avvocati Annalisa Russello, Angelo Farruggia e Francesco Siracusano, ha sempre respinto e, all'udienza precedente, ha prodotto una consulenza contabile dalla quale emergerebbe - secondo il loro punto di vista - che gli onorari sono stati del tutto legittimi". Si torna in aula il 4 maggio. 

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