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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il cardinale Montenegro: "Teniamo stretto San Calogero, gli altri 'neri' li respingiamo"

A sette anni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa, l'arcivescovo di Agrigento parla di accoglienza e immigrazione

A sette anni dalla visita di Papa Francesco a Lampedusa, parla il cardinale Francesco Montenegro. L’arcivescovo di Agrigento è stato intervistato da Vatican News. Il cardinale parla di immigrazione, accoglienza ma anche di San Calogero.  Il cardinale Montenegro, arcivescovo di Agrigento, nel 2013 accompagnò il Papa nella sua visita all’isola  più grande delle Pelagie.

"Quel viaggio - dice don Franco a Vatican News - ci ha stupito ed è stato stupendo. Anche perché da quel momento Papa Francesco ha preso la rincorsa e non si è fermato più. Le cose dette quel giorno a Lampedusa le ha continuate a dire con sempre più forza. E come se stesse facendo un viaggio in tutto il mondo cominciato sette anni fa dal porto di Lampedusa. Rimasi colpito vedendo che durate la visita sulla nave guardava e ascoltava con interesse e meraviglia tutta la gente che ci accompagnava. Poi a un certo punto ci ha chiesto cosa significasse “O' Scià,”, il saluto degli isolani che sentiva ripetere. E quando gli abbiamo spiegato che era un saluto lui ha chiesto i fogli dell’omelia e se lo è appuntato e infatti poi durante l'omelia ha salutato proprio con questa espressione. Mentre poi arrivavamo nel luogo dove avrebbe dovuto gettare in mare la corona di fiori in ricordo dei migranti morti nel Mediterraneo, mi ha colpito quando si è alzato e si è estraniato da tutto e da tutti. Aveva di fronte sulla terraferma molte persone che gridavano e salutavano, c’erano tante barche attorno alla nostra. Ma lui era completamente assorto". E sull'emergenza immigrazione, don Franco, ha le idee chiare.

"Accogliere il forestiero per noi cristiani è un valore sacro: è il Vangelo che ci chiede di farlo. Io sottolineo sempre una contraddizione: noi agrigentini ci inginocchiamo davanti a San Calogero che è un santo “nero”. Lui ce lo teniamo stretto, mentre gli altri “neri” vogliamo respingerli. Lui - dice ai microfoni di Vatican News  - è nero, secondo la tradizione, venne ad aiutare i bianchi appestati, senza porsi alcun problema. Se davvero fossimo devoti di san Calogero, ed essere devoti significa saper imitare, dovremmo essere capaci anche di accogliere. In mezzo a tutta questa gente che arriva ci possono essere i delinquenti, non dico di no, ma ci possono essere anche i santi". 

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