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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Favara

Un manager favarese nel Regno Unito, Dario Cavallaro: "Ho lottato, ma sogno di tornare"

Il nostro volto della settimana lavora nel campo della sicurezza informatica per la Cisco. Guida un team e vive in Inghilterra da più di quattro anni

Sei un imprenditore, uno studente, un pizzaiolo o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Se un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie. Per questo terzo appuntamento settimana, abbiamo dato voce a Gerlando Marchetta.

Ad aprire i passi spesso è la tenacia ed il coraggio. Lasciare la propria città non è facile, ma quando a chiamare forte è l’ambizione e dei progetti di vita, allora le scarpe diventano più pesanti e la strada da percorrere è tanta. Gli esami, i colloqui e mezzo mondo nella testa.

Il nostro nuovo volto della settimana si chiama Dario Cavallaro, è favarese e lavora nel campo della sicurezza informatica per la Cisco. Guida un team e vive in Inghilterra da più di quattro anni. Parla tre lingue ed anche lui ha voglia, un domani, di fare ritorno nella sua città del cuore.

"Vivo in Inghilterra da più di 4 anni, ho vissuto per  8 anni a Milano. Ho sempre lavorato nel campo della sicurezza  informatica, ho sempre saputo che per avere successo nel campo  avorativo non sarei dovuto rimanere nell'Agrigentino, purtroppo. Da quando mi sono spostato in Inghilterra sono riuscito pure a fare volontariato in scuole e università spiegando l'importanza di conoscere lingue diverse. Io parlo l'inglese, il tedesco ed il francese. Mi piace diffondere l'importanza della sicurezza informatica e  l'impatto che essa ha nella vita di tutti noi".

 - Perché hai scelto di lasciare Agrigento?
 

"Principalmente per lavoro. Otto mesi prima della discussione della mia tesi di laurea iniziai a guardarmi attorno per trovare un lavoro. Ovviamente sapevo cosa mi sarebbe piaciuto fare, ma non volevo tagliarmi da subito le gambe. Quindi decisi di mandare curriculum in tutta Europa. Poco dopo una società a Milano mi contattò per un colloquio. Fra esami - ne feci 6 in quel periodo - , tirocinio e tesi, riuscii a ritagliarmi del tempo per andare a fare 2 colloqui a Milano, che mi portarono ad avere un contratto di lavoro formato con quell'azienda 3 mesi prima della laurea. Fu così che mi trasferii a Milano il giorno dopo la discussione della tesi di laurea".

 - Cosa cambieresti di Agrigento?

"Tante cose. Abbiamo la potenzialità di essere fra le provincie più ricche al mondo - e lo dice uno che ha girato tanto, dal Giappone alla Nigeria, dagli Usa agli Emirati Arabi Uniti - ma non riusciamo. Molte limitazioni sono auto inflitte: dall'immondizia nelle strade al danneggiamento dei beni comuni, dal traffico per indisciplina alle lungaggini burocratiche per scarsa produttività degli enti. Se ci pensi gli enti sono fatti di persone e sono le persone che ci lavorano che determinano la qualità del servizio offerto".

- Hai un consiglio per i giovani agrigentini?
 

"Tanti, troppi da scrivere su un giornale. Sicuramente uno su tutti è: siate responsabili delle vostre azioni. Una società si cambia con l'esempio e rimboccandosi le maniche. I miracoli non accadono per caso".

 

- Sogni di tornare?

"Chi non sognerebbe di avere la possibilità di vedere i propri cari ogni giorno e magari vivere vicino al mare e potersi godere a fine giornata un tramonto con la palla rosso fuoco? La Sicilia e Agrigento in particolare, è un posto da sogno. Piacerebbe tanto poter tornare e poter iniziare a lavorare magari aprendo la mia azienda di consulenza. Uno dei sogni sarebbe quello di poter condividere la mia esperienza con i giovani, che magari hanno bisogno giusto di un esempio per poter superare quelle barriere imposte dalla cultura locale e spiegare le ali verso il sucesso. Di persone in gamba noi ne abbiamo tante. Tutte con le ali tarpate, per un motivo o per l'altro. Io vivo in UK con mia moglie, ma grazie anche a lei la paura di spostarci non c'è. Il nostro obbiettivo è quello di poter lavorare e vivere in un ambiente sereno e che sappia dare il giusto valore alle persone con voglia di lavorare. Potessimo portare la cultura del lavoro, la disciplina e la correttezza che c'e' qui ad Agrigento, noi ci trasferiremmo immediatamente".

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