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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Agrigento, presidente del tribunale lascia magistratura dopo 40 anni

Il presidente del Tribunale di Agrigento, Luigi D'Angelo, il prossimo 31 marzo lascia la magistratura e l'incarico di presidente del Tribunale di Agrigento dopo 40 anni di attività professionale. Con gli auguri di Pasqua, il suo commiato a colleghi e dipendenti del tribunale

Il presidente del Tribunale di Agrigento, Luigi D’Angelo, il prossimo 31 marzo lascia la magistratura e l’incarico di presidente del Tribunale di Agrigento dopo 40 anni di attività professionale.

A dare la notizia, lo stesso magistrato alla presenza di tutti i dipendenti del Palazzo di giustizia agrigentino, durante lo scambio degli auguri pasquali.

Non sono mancati i momenti di commozione, e in tanti hanno voluto testimoniare quanto ha significato, in questi anni, lavorare al suo fianco.

Tra questi Luisa Turco, che fino alla nomina del prossimo presidente sostituirà D’Angelo, del quale ha tracciato un breve profilo umano e professionale, esaltando il suo impegno anche in un periodo in cui si svolgeva una delle cruente guerre di mafia che hanno segnato la storia agrigentina, così come per l'impegno a far risaltare le celebrazioni in onore del "Giudice ragazzino", Rosario Livatino.

Non è mancato il contributo di Alessandra Vella, presidente della sezione agrigentina dell'Associazione nazionale magistrati, che di D'Angelo ha ribadito la professionalità, la serietà, l’onestà e l’imparzialità, oltre a soffermarsi su alcune doti caratteriali e personali quali l’operatività, la tenacia, la disponibilità all’ascolto di tutti i colleghi, soprattutto i più giovani e la forza dell’esempio di giudice agrigentino ad Agrigento.

È stata poi la volta del presidente D’Angelo che ha esordito ringraziando tutti coloro i quali, a prescindere dalla mansione ricoperta, cooperano nella funzione pubblica della giustizia. “Se il Tribunale di Agrigento ha conseguito risultati positivi - ha detto - questi sono il risultato del lavoro di tutti gli ingranaggi e di tutte le tessere che lo compongono".

Poi, con la voce rotta dalla commozione, ha voluto condividere la difficoltà di abbandonare la sua carriera divenuta, e non potrebbe essere altrimenti, parte della sua vita: "Questo è un lavoro difficile - ha detto - ma certamente esaltante per chi lo ama. Su questo lavoro ho costruito un progetto di vita che ho avuto la fortuna di potere realizzare rimanendo nella città in cui sono natoe che amo".

D'Angelo ha poi rivolto una raccomandazione: "Nei tribunali si fa scienza umana, noi siamo chiamati ad ascoltare, con pazienza e sensibilità, i drammi umani della gente che viene qui".

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