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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Cutrò: "Lo Stato abbandona i testimoni di giustizia, sia aperta commissione d'inchiesta"

L'ex imprenditore di Bivona, presidente di un'associazione che tutela chi ha denunciato la mafia, interviene dopo la revoca della scorta a Valeria Grasso

"La revoca del servizio di scorta all'amica e testimone di giustizia Valeria Grasso è una decisione priva di senso che ci lascia sgomenti". A parlare è Ignazio Cutrò, presidente dell'Associazione nazionale testimoni di giustizia.

"La revoca della protezione a Valeria - dice - è parte di una chiara politica di abbandono dei testimoni di giustizia da parte del Ministero degli interni dopo avere sfruttato la nostra testimonianza nei processi contro le mafie. Dapprima hanno tolto la scorta alla mia famiglia nonostante le intercettazioni del boss Giuseppe Nugara, oggi detenuto sottoposto al regime del carcere duro, nel corso della quale annunciava minacce di morte contro la mia persona, poi la revoca della scorta al testimone di giustizia Vincenzo Conticello, successivamente la revoca della scorta al capitano Ultimo ma anche la revoca della scorta all'ex magistrato Ingroia. Se aggiungiamo la mancata assegnazione della delega per la presidenza della commissione centrale al viceministro - continua - è chiaro che ci sia in atto un grave dietro front dello Stato e del Ministero degli interni nella lotta contro le mafie e il vile abbandono di coloro che la lotta alle mafie l'hanno incarnata e fatta a proprie spese. Non posso che giungere alla conclusione - continua Cutrò - che una parte delle Istituzioni ha deciso di abbandonare il campo e darsi alla fuga dalle politiche di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso".

Cutrò annuncia anche che chiederà alla Commissione parlamentare antimafia di aprire una inchiesta formale "sui criteri di revoca delle scorte da parte dell'ufficio centrale interforze per la sicurezza personale", chiedendo alla stessa commissione di "convocare in audizione il direttore centrale dell'Ucis, prefetto Alberto Pazzanese ed i prefetti di Agrigento, Dario Caputo, di Palermo, Antonella De Miro e di  Roma, Gerarda Pantalone".

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