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Cronaca

Cutrò incontra il prefetto Caputo, il testimone di giustizia: "Vedrete, la mafia non dimentica"

Si rivaluta l'opzione di assegnare la scorta all'imprenditore che oggi parla chiaro: "L’operazione Montagna? Era tutto coperto dal segreto istruttorio"

Ignazio Cutrò è staro ricevuto questo pomeriggio dal prefetto Dario Caputo. Il testimone di giustizia, oggi senza scorta, ha parlato ancora una volta. "La mia decisione di rifiutare la scorta, soltanto per me, è irrevocabile. Da quel momento in poi dietro il cancello di casa mia non ho trovato più nessuno. Questo - dice Cutrò ad AgrigentoNotizie - vuol dire che tutti pensano che non c'è rischio. Chi mi ha minacciato di morte oggi è al 41 bis. L’operazione Montagna? Era tutto coperto dal segreto istruttorio. Intercettazioni? Sono del 2014 ed alcuni hanno detto che erano scadute, ma io non ho trovato delle scadenze".

La video intervista di Ignazio Cutrò: "Non si gioca con la vita della gente"

E' arrabbiato Ignazio Cutrò, il testimone di giustizia parla a chiare lettere. "Si può giocare con la vita delle persone? Non possono esserci errori di valutazione. Quelle intercettazioni non parlano di attentati nei miei confronti o meglio non dovrebbero essere imminenti. Lo faranno quando le istituzioni mi lasceranno da solo. La mafia non dimentica mai". 

La situazione di Ignazio Cutrò fa ancora discutere, da quando all’imprenditore è stata revocata la scorta è stato tutto un susseguirsi di attestati di stima. Non è escluso che nei prossimi giorni, venga rivalutata la scelta di assegnare la scorta al testimone di giustizia.

All’incontro anche l’onorevole Perconti. “La famiglia Cutrò a Bivona rischia. Io come cittadino non capisco una cosa: quando i mafiosi erano in galera i Cutrò erano protetti, adesso non più. Forse – ha detto Perconti – era più sensato dare la scorta dopo”.

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