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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Crollo del costone sul Palazzo Crea, il giallo della proprietà dei terreni

La difesa di tre imputati: "Quelle aree non sono dei miei clienti". Slitta l'audizione del consulente

I terreni da decenni non appartengono ai miei clienti”: l’avvocato Rosa Salvago, difensore dei presunti proprietari delle aree del viale della Vittoria che non sarebbero state tenute in sicurezza provocando il crollo del costone sul palazzo Crea, all’udienza precedente aveva sollevato il dubbio che quegli imputati non c’entrassero nulla.

Saranno il dirigente comunale Cosimo Antonica e l’ingegnere Giuseppe Raccuia, incaricati dal pm Andrea Maggioni di eseguire una consulenza catastale per ricostruire la proprietà delle singole particelle, a tentare di chiarire il dubbio. L’udienza decisiva era in programma ieri mattina davanti al gup Alfonso Malato ma Raccuia non ha fatto in tempo a completare il suo elaborato e metterlo a disposizione delle parti e del giudice per interloquire sulla questione. Si torna in aula il 6 ottobre. Il punto è centrale, almeno per la posizione dei proprietari dei terreni prospicienti il costone. Si tratta di Maria Isabella Sollano, 75 anni, e dei figli Valentina e Oreste Carmina, 49 e 46 anni.

Gli altri imputati sono l’ex sindaco Marco Zambuto e il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato. L’accusa a carico dei cinque imputati è di disastro colposo. Zambuto e Principato, secondo il pm Andrea Maggioni che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, sapevano “già due anni prima del crollo della grave situazione di pericolo”, tanto che avevano messo per iscritto anche un’ordinanza di messa in sicurezza ma senza preoccuparsi che venisse rispettata come, invece, impone la legge. 

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