Crack dei supermercati, curatore azienda in aula: "Bilanci alterati per 11 milioni di euro"

“Il trasferimento di capitali è stato del tutto ingiustificato, ci sono stati finti finanziamenti da un’azienda all’altra del gruppo col risultato che c’è stata un’alterazione di undici milioni di euro nella valutazione di tutti i capitali”: il curatore della Cda – una delle imprese più grosse del gruppo che faceva capo all’imprenditore Giuseppe Burgio, l’ex “re dei supermercati” finito in carcere oltre un anno fa con l’accusa di avere provocato una bancarotta per oltre cinquanta milioni di euro – ricostruisce in aula i meccanismi del presunto crack. Il professionista, ieri, ha terminato la sua audizione al processo in corso davanti al collegio di giudici della seconda sezione penale presieduta da Luisa Turco.

Burgio lascia l'udienza per protesta

Non sono mancate le scintille, soprattutto due giorni fa, quando l’udienza è rimasta bloccata per quasi un’ora sulla richiesta di rinvio per legittimo impedimento dell’avvocato Carmelita Danile, difensore dell’imputato. Dopo una girandola di sostituzioni volanti (i giudici hanno nominato tre avvocati presenti in aula) la decisione è stata quella di non concedere il rinvio perché risultava ancora la nomina di un seconda difensore che aveva rinunciato tardivamente. 

Bancarotta fraudolenta, processo riparte da capo

Lo Franco era stato, quindi, interrogato dai pubblici ministeri Alessandra Russo e Simona Faga che rappresentano l’accusa dopo il trasferimento della collega Brunella Sardoni che ha coordinato l’inchiesta, sfociata nell’ottobre dell’anno scorso con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere confermata poi dal tribunale del riesame e dalla Cassazione anche se, di recente, è stato dato il via libera a una nuova valutazione al riesame sulla possibilità di concedere gli arresti domiciliari.