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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Canicattì

"Rischio di contagio da Covid-19 in carcere è elevato", finta assistente sociale ai domiciliari

La donna, Rosa Crescimone, in cella da cinque anni, vi doveva restare fino al 2031: il magistrato la manda provvisoriamente a casa perchè affetta da altra infezione

"Dalle relazioni del sanitario della casa circondariale emerge che le condizioni di salute sono ritenute incompatibili col regime carcerario in considerazione dell'elevato rischio di complicanze dovuto all'attuale situazione di diffusività del Covid-19 e al concreto rischio di contagio in ambito penitenziario".

Con queste motivazioni il magistrato di sorveglianza, Federico Romoli, al quale si è rivolto l'avvocato Angela Porcello, ha disposto, in via provvisoria e nell'attesa della decisione del tribunale in composizione collegiale, la detenzione domiciliare di Rosa Cresimone, cinquantaquattrenne originaria di Sommatino. La donna, "camminante", detenuta al carcere Petrusa, è reclusa dal 2015 e la sua pena - conseguenza di un cumulo di condanne per rapine, furti e molto altro commessi in mezza Sicilia - scadrà solo nell'aprile del 2031.

In una circostanza, fra le tante vicende giudiziarie in cui è stata riconosciuta colpevole, si è finta assistente sociale, insieme a due complici, per entrare a casa di un’anziana e derubarla dei gioielli. La donna, però, è affetta da un'altra infezione e, pertanto, in questa fase, è troppo rischioso che resti in carcere. 

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