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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Cua, dalla Romania arrivano nuovi corsi per l'università agrigentina

Stipulata una convenzione con la struttura di Galati, ad ottobre potrebbe partire il corso in Ingegneria agroalimentare. Previsti anche tre master di settore

Consorzio universitario di Agrigento, il prossimo autunno potrebbero essere già operativi dei nuovi corsi di laurea. Tutto frutto della convenzione stipulata con l'università romena “Dunarea de Jos” di Galati nei mesi scorsi, la quale già a fine giugno potrebbe iniziare i primi sopralluoghi tecnici per rendere operative le aule e i laboratori, che sarebbero ospitati nella struttura di via Quartararo, come da accordo con il Cupa.

Obiettivo sarebbe l'avvio di un corso in Ingegneria Agroalimentare triennale, con tre specializzazioni biennali dedicate a singoli settori della branca, come ad esempio la commercializzazione dei prodotti, eccetera. Non solo, ma l'università romena in questi mesi ha interloquito con diverse aziende della provincia in vari settori: dall'olio al vino, passando dalla raccolta e trasformazione degli agrumi alle imprese ittico-conserviere. Con tutte loro si lavorerà non solo destinando alle stesse gli studenti, che qui svolgeranno le attività di tirocinio e stage, ma anche ragionando in prospettiva con progetti di valorizzazione delle risorse locali in ottica diversa dal solito, riutilizzando ad
esempio gli scarti di lavorazione per produrre prodotti per la cosmetica o l'agricoltura. 

Previsto per il medesimo anno accademico anche un master realizzato con il conservatorio di Messina e dedicato alle arti performative. Insomma, qualcosa si muove, nonstante Palermo abbia confermato la sua volontà di garantire solo il corso in Servizio sociale e null'altro, salvo poter valutare soluzioni alternative se, e quando, vi sarà una copertura garantita dei costi di funzionamento.

Ad inizio giugno, invece, si terrà un incontro con tutti i Consorzi universitari alla Regione. L'obiettivo è quello di modificare le regole oggi esistenti proprio rispetto alle spese, che potrebbero passare quasi integralmente proprio alla Regione Siciliana. 

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