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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Investimenti e promozione: Confcommercio, confronto sulla riforma regionale

Il presidente Agen ha sottolineato l'importanza delle infrastrutture per favorire lo sviluppo...

“Priorità ad investimenti nelle infrastrutture, promozione della Sicilia attraverso un prodotto turistico integrato e stop ad ogni forma di assistenzialismo fine a se stesso”. Sono soltanto alcune delle proposte lanciate oggi da Pietro Agen, vicepresidente nazionale e presidente regionale di Confcommercio Sicilia, nel corso dell’incontro-dibattito che si è svolto questa mattina a Palermo, organizzato da Confcommercio e dal Centro studi Iscot. Presenti all’incontro rappresentanti sindacali, di enti, istituzioni e delle imprese.

“Crisi finanziaria e riforma economica della Regione Sicilia” è stato il tema affrontato. Ha aperto i lavori il presidente del Centro Studi Iscot, Marino Julo Cosentino, spiegando le ragioni di un confronto reso necessario dalla discussione in atto sulla riforma economica regionale, che, se da un lato garantisce un contenimento della spesa, dall’altro deve essere in grado di coniugare stabilità e sviluppo.

L’assessore all’Economia Gaetano Armao ha enunciato le ricadute oggettive di tale riforma, da lui stesso elaborata e proposta, sul sistema economico siciliano. Ha intanto illustrato le diverse iniziative adottate dal Governo regionale in favore delle imprese, a cominciare dal credito d’imposta, e di tutte le iniziative a sostegno della nuova imprenditoria femminile e giovanile, come l’esenzione dell’Irap per 5 anni. Ha anche aggiunto che "il Federalismo fiscale, pur essendo nel dna della Regione siciliana, come sancito dal suo Statuto, non può essere attuato in un momento storico in cui può solo accentare la spaccatura del Paese, tra nord e sud".

Ha affermato anche che "dinanzi al dramma della crisi, al contenimento di spesa imposto dal Governo nazionale, le poche risorse per lo sviluppo refluiscono certamente sul sistema imprenditoriale". Ha indicato alcune vie d’uscita, che vanno percorse al fine non soltanto di arrestare la spirale recessiva, ma anche di assicurare una ripresa economica.

Critico nei confronti della politica di Governo regionale è stato Michele Cimino, già assessore al Bilancio, e deputato regionale, secondo cui finora non si è fatto abbastanza per invertire questo processo negativo dell’economia siciliana. Cimino ha incentrato il suo intervento sull’importanza di garantire una stabilità di Governo, "per garantire una continuità nell’attuazione dei programmi, anche all’interno della macchina burocratica, spesso impantanata con troppa frequenza da criteri di spoil system". In particolare ha posto l’accento sul funzionamento del Dipartimento Programmazione, sul quale, secondo Cimino "va esercitata una maggiore pressione politica, che possa dare risposte in termini di risorse da investire sul territorio regionale".

Il presidente di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen, ha apprezzato la politica di razionalizzazione delle risorse regionali, ed ha anche condiviso la necessità di una stabilità di Governo. Ma, ha sottolineato, va anche attuata una politica di investimenti per la Sicilia dei prossimi dieci anni. "Anche nelle infrastrutture - ha detto - bisogna pur cominciare, anche se ci vuole del tempo. E non certo soltanto con il Ponte sullo Stretto, quando manca un anello autostradale in Sicilia".

Agen ha posto l’accento sul settore del Turismo, sottolineando "quanto un sistema infrastrutturale sia determinante per uno sviluppo turistico". Agen, dati alla mano, ha anche sostenuto quanto un investimento nel Turismo possa avere ricadute positive in termini di occupazione e di sviluppo negli altri settori del’isola, come l’industria, l’agricoltura e l’artigianato. “Cinquecentomila euro di investimento nell’Industria generano un posto di lavoro, quando nel turismo ne bastano 50mila” ha affermato.

Ma ha anche asserito quanto sia difficile raggiungere la Valle dei Templi, con le strade che ci sono attualmente occorrono più di due ore da Palermo o Catania, e come la Venere di Morgantina da sola non possa essere ritenuta un traino per il turismo, se non inserita in un’offerta integrata. Vano quindi attuate politiche più mirate in un settore che genera l’8,4 percento del Pil nazionale, e che in Sicilia con le sue risorse, può superare il Pil dell’Industria manifatturiera. "Invece – ha affermato – tutto il Mezzogiorno d’Italia ha un Pil pari al solo Trentino. Fare turismo impone delle strategie, altrimenti – ha detto – abolirei l’assessorato al Turismo e lo chiamerei assessorato all’Accoglienza”.

Ha concluso i lavori il presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, Salvino Caputo, che ha più volte istituito tavoli di confronto con i vari rappresentanti delle categorie produttive, realizzando la più ampia concertazione su tali tematiche. Ma ha anche aggiunto che il Governo regionale potrebbe fare di più se si mettessero da parte le divisioni e si realizzassero gli equilibri necessari per superare la paralisi e uscire dall’impasse.

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