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Sabato, 20 Aprile 2024
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Colle e cattedrale a rischio frana, Firetto: "Ricorso al Tar per la nomina di un commissario"

Il sindaco, poco prima dell'inizio della santa messa al cimitero monumentale Bonamorone per la celebrazione dei defunti, ha annunciato che gli uffici stanno valutando la possibilità di affidarsi al tribunale amministrativo regionale

"Abbiamo ricevuto l'ultima nota di riscontro della Regione Siciliana. Le lancette dell'orologio sono state rimesse indietro di due anni e mezzo perché dice che la competenza non è della Protezione civile ma dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente. I nostri uffici questa mattina sono al lavoro per verificare l'opportunità di ricorrere, in via d'urgenza, al Tar per far nominare un commissario ad acta. E' da due anni e mezzo che la Regione omette di fare delle cose. E il ricorso al Tar serve per chiedere che si facciano immediatamente o come dipartimento o con la nomina di un commissario". Lo ha detto il sindaco di Agrigento Lillo Firetto poco prima dell'inizio della santa messa - al cimitero monumentale Bonamorone - per la celebrazione dei defunti. Messa che è stata officiata dal cardinale Francesco Montenegro. 

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Don Franco, durante l'omelia per la celebrazione dei defunti, ha voluto però porre l'attenzione sul significato della morte: "E' stato Gesù con la sua morte in croce a dirci che l'uomo non è condannato alla morte, ma è destinato alla vita, quella del cielo. Dalla croce che si irradia quella luce che trasforma la morte da un assurdo che spaventa a un gesto di eterno amore di Dio per l'umanità. Se e quando ci si sente amati da Dio, anche la sofferenza, la fatica, la morte acquistano un valore tali che superano i confini del tempo e raggiungono il cuore dell'eternità".

2 novembre, la messa di don Franco

Don Franco parla, naturalmente, anche della morte di Gesù sulla croce: "Con questo gesto egli si compromette al massimo per noi e ci svela il suo amore che è totale, estremo e scandaloso. Dinanzi a Dio che ama l'uomo fino a questo punto anche la morte acquista un volto nuovo. Se la croce è il metro dell'amore di Dio per noi, se egli ha attraversato e subito la morte, allora la morte può fare meno paura perché è visitata da Dio. Egli non può abbandonarci nella morte e non può essere un Dio che ci ruba la vita dopo avercela donata. La morte non può più essere intesa come un nero baratro che segna la fine dei sogni e delle speranze umane. La morte ci obbliga ad una scelta: o chiuderci nel nostro guscio o aprirci a Dio e attendere la salvezza che lui ci offre". 

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