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Cronaca Comitini

"Nessun abuso nel rilascio della concessione", assolto dirigente Utc

I giudici di appello cancellano la condanna decisa in primo grado a Giovanni Gentiluomo al quale erano stati inflitti sei mesi di reclusione

Annullata la condanna a sei mesi di reclusione per il dirigente dell’Utc di Comitini, Giovanni Gentiluomo, 43 anni, accusato di abuso di ufficio per avere rilasciato una concessione edilizia ritenuta illegittima. I giudici della Corte di appello di Palermo hanno accolto il ricorso dei difensori, gli avvocati Alfonso Neri, Salvatore Pennica e Calogero Meli, che avevano impugnato il verdetto emesso nell’ottobre del 2016 dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni.

Sul banco degli imputati, in un primo momento, sedevano anche Girolamo Grassagliata, 67 anni, titolare della concessione e Giovanni Grado, 33 anni, tecnico esterno all’ente. Il collegio, composto anche dai giudici Giancarlo Caruso e Maria Alessandra Tedde, aveva condannato il solo Gentiluomo a sei mesi di reclusione, concedendogli le attenuanti generiche, la sospensione condizionale della pena e il beneficio della “non menzione” nel casellario giudiziale. L’assoluzione degli altri due imputati è diventata definitiva.

Gentiluomo, invece, ha appellato la condanna e i giudici gli hanno dato ragione. Le indagini sono partite da un esposto presentato da un cittadino (morto prima che si concludesse il processo di primo grado) che ha denunciato delle irregolarità legate al rilascio della concessione in sanatoria di Grassagliata che chiedeva di sanare alcune opere realizzate in un immobile.

Gentiluomo, secondo l’accusa, avrebbe dovuto astenersi dalla trattazione della pratica perché cognato di Grassagliata e inoltre le opere non sarebbero state sanabili. L’imputazione di Grado scaturiva dall’avere dato un parere favorevole al rilascio della sanatoria. In primo grado i giudici del tribunale di Agrigento hanno condannato il solo dirigente dell’Ufficio tecnico.
La sentenza in appello è stata ribaltata. I difensori hanno sostenuto che il rilascio della sanatoria è stato del tutto legittimo e che il dirigente dell’Ufficio tecnico, in questo caso, non aveva alcun obbligo di astenersi dal trattare la pratica.

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