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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cattolica Eraclea

Marmista ucciso nel suo laboratorio, parte processo in Corte di assise

L'imputato è Gaetano Sciortino, operaio di 53 anni: la difesa ottiene l'estromissione di alcuni atti dal fascicolo

La difesa chiede e in buona parte ottiene l’estromissione dal fascicolo del dibattimento di alcuni atti, nel frattempo è stato deciso di affidare l’incarico a un perito per trascrivere le intercettazioni. È iniziato questa mattina, davanti alla Corte di assise presieduta da Luisa Turco, il processo a Gaetano Sciortino, l'operaio di 53 anni, accusato di avere massacrato e ucciso il marmista di 67 anni Giuseppe Miceli. L'omicidio è avvenuto il 7 dicembre del 2015. Sciortino, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, avrebbe massacrato Miceli con delle lastre di marmo e alcuni arnesi da lavoro, fra cui un booster. Il movente del delitto non è stato mai accertato.

La Procura - l'inchiesta è stata condotta dal pm Silvia Baldi e ad occuparsi del fascicolo è adesso la collega Gloria Andreoli - ipotizzava che potesse essere stata la rapina. Il gip Stefano Zammuto, che ha firmato l'ordinanza che lo scorso 20 ottobre lo ha fatto finire in carcere, ha ritenuto insussistente questa ipotesi sul piano indiziario. Nelle scorse settimane sono stati svolti degli accertamenti scientifici su richiesta degli stessi difensori. In particolare è stato passato al setaccio il luogo del delitto, il laboratorio di via Crispi dove – secondo i legali - non ci sarebbe alcuna impronta o traccia biologica del presunto assassino. Gli esiti di queste attività approderanno presto al processo. Si torna in aula il 6 luglio. 

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