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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Cattolica Eraclea

Omicidio Miceli, la difesa di Sciortino chiede altre indagini

I legali vogliono eseguire accertamenti andropometrici e rilievi nel luogo del delitto e sugli oggetti che sarebbero stati uccisi per massacrare il marmista

Una proroga di indagini per raccogliere altri elementi utili in vista del processo. Gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, difensori di Gaetano Sciortino, 53 anni, l’operaio di Cattolica Eraclea arrestato il 20 ottobre con l’accusa di avere brutalmente ucciso a colpi di oggetti contundenti il marmista Giuseppe Miceli, 67 anni, dopo l'avviso di chiusura dell'inchiesta notificato dalla Procura chiedono - e in parte l'hanno già ottenuto - di approfondire il quadro istruttorio.

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Innanzitutto il pm Gloria Andreoli ha dato l'autorizzazione ad eseguire, con un proprio consulente, alcuni accertamenti antopometrici su Sciortino al fine di approfondire un aspetto ritenuto decisivo.

Una delle prove principali sarebbe il ritrovamento di una scarpa in una discarica: secondo gli inquirenti sarebbe stata quella che avrebbe utilizzato l’assassino e che Sciortino, intercettato e controllato col gps, avrebbe tentato di far sparire non riuscendovi perché incontrò un conoscente e dovette cambiare strada. Niente tracce organiche sulla scarpa ma il numero (43) sarebbe lo stesso che calza Sciortino. “La misurazione della suola e della pianta del piede del nostro assistito - hanno sottolineato i difensori - differiscono di tre centimetri”.

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Gli accertamenti antropometrici potranno fare ulteriore chiarezza su questo aspetto. Altri elementi che si chiede di mettere a fuoco, in parte come consulenza tecnica e in parte con le forme dell'incidente probatorio - su cui, quindi, dovrà pronunciarsi il gip Stefano Zammuto che ha firmato il provvedimento - riguardano gli oggetti contundenti (un booster e un piatto di marmo) che sarebbero stati utilizzati per uccidere Miceli e lo stesso laboratorio dove l'artigiano lavorava ed è stato ucciso. I difensori chiedono di eseguire ulteriori accertamenti sulle impronte.

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Una mossa, quindi, da "dentro o fuori", in vista del processo che sarà fissato a breve visto che la Procura ha già fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini. 

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