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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Cattolica Eraclea

Marmista ucciso nel suo laboratorio, maresciallo: "Ecco come abbiamo scoperto l'omicida"

Il comandante della stazione Liborio Riggi: "Abbiamo notato un passaggio anomalo nei pressi del luogo del delitto"

“Le indagini si sono concentrate su Gaetano Sciortino perché, dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti in paese, abbiamo notato un passaggio anomalo dell’operaio a bordo della sua auto, nei pressi del luogo dove lavorava la vittima. Altri approfondimenti investigativi hanno confermato questa ipotesi". È entrato nel vivo, dopo alcuni passaggi interlocutori, il processo – in corso davanti alla Corte di assise presieduta da Wilma Angela Mazzara – a carico del cinquantatreenne, accusato di avere massacrato e ucciso il marmista di 67 anni Giuseppe Miceli. Oggi è stato ascoltato il maresciallo Liborio Riggi che comanda la stazione del paese.

L'omicidio è avvenuto il 7 dicembre del 2015. Sciortino, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, avrebbe massacrato Miceli con delle lastre di marmo e alcuni arnesi da lavoro, fra cui un booster. Il movente del delitto non è stato mai accertato. La Procura - l'inchiesta è stata condotta dal pm Silvia Baldi e ad occuparsi del fascicolo è adesso la collega Gloria Andreoli - ipotizzava che potesse essere stata la rapina ma la circostanza non ha trovato conferma nelle prime fasi processuali. Il sottufficiale dell’Arma, che continuerà la sua audizione il 14 dicembre, ha aggiunto che “i comportamenti di Sciortino destavano troppi sospetti. Ha inscenato una messinscena per fare sparire un paio di scarpe in aperta campagna ma siamo riusciti a recuperarle”. 

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