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Cronaca Lampedusa e Linosa

Caso "Mare Jonio" via agli interrogatori: verranno sentiti i componenti dell'equipaggio

A Lampedusa il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli. Verranno ascoltati anche i 50 migranti, tra loro 15 minori non accompagnati

Il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli hanno iniziato, a Lampedusa, gli interrogatori. Verranno sentiti i componenti dell'equipaggio, e quanti erano sulla nave Ong, della "Mare Jonio". Verranno ascoltati anche i 50 migranti che sono stati soccorsi a circa 46 miglia dalla costa libica. La Procura della Repubblica di Agrigento, nel tardo pomeriggio di ieri, ha aperto un fascicolo d'inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non è escluso, anzi sembrerebbe probabile, che dopo questi interrogatori qualcuno possa venire iscritto nel registro degli indagati.

La “Mare Jonio” è sotto sequestro probatorio della polizia giudiziaria. Il sequestro è stato notificato la scorsa notte al comandante dell’imbarcazione, Pietro Marrone, è stato lui ad essere convocato nella caserma della Guardia di finanza.

"La Mare Jonio è sotto sequestro probatorio della polizia giudiziaria, ma noi siamo molto sereni perché abbiamo agito in una cornice di legalità". Queste le parole della portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba. I migranti, intanto, hanno trascorso la loro prima notte sull’isola. I 49 immigrati sono stati ascoltati, hanno raccontato d’essere stati rispediti per cinque volte in Libia nei loro tentativi di attraversare il Canale di Sicilia.

Caso "Mare Jonio", la Procura studia le comunicazioni via radio

"Non abbiamo mai ricevuto l'ordine di fare sbarcare i migranti soccorsi in Libia, né dai libici né dalle autorità italiane". A ricostruire le fasi del salvataggio è ancora Alessandra Sciurba. "Quando siamo arrivati non c'era nessun altro nello specchio di mare - aggiunge Sciurba all’Ansa - La cosiddetta guardia costiera libica è arrivata solo dopo il soccorso". 

Il ministro dell'Interno: "Non sbarca nessuno, è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina"

Intanto, in queste ore, sono stati identificati i migranti che erano a bordo sulla “Mare Jonio”. Sono 50 persone di cui: 35 uomini e 15 minori non accompagnati.

L'appello del ministro Salvini: "Conto che vengano arrestati" 

La maggior parte dei migranti, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, viene dalla Guinea (17, di cui 9 minori). A bordo anche persone del Senegal (14, di cui due minori), Nigeria (9), Gambia, (7, di cui due minori), Camerun (2, di cui un minore), Benin (1).

La "Mare Jonio" a Lampedusa, sbarcano i migranti

"Noi salviamo vite in mare, non ci preoccupiamo del destino giudiziario di Salvini". Lo afferma l'armatore della nave "Mare Jonio", il veneziano Beppe Caccia, in un'intervista rilasciata al Gazzettino. Abbiamo missioni già programmate fino a dicembre - prosegue Caccia - siamo partiti appena abbiamo completato la manutenzione della nave e superato ben quattro ispezioni della capitaneria di porto. Questo è stato il nostro unico vincolo. Riguardo la polemica sullo sbarco a Lampedusa, Caccia risponde così "come possa essere un problema: nave italiana, porto italiano, giusto? Abbiamo anche il via libera del sindaco di Lampedusa, che non mi pare sia esattamente di estrema sinistra. Semplicemente è stanco anche lui della retorica degli sbarchi finiti. Qui a Lampedusa ogni notte arrivano tra le 40 e le 60 persone, sono i cosiddetti mini sbarchi invisibili". Sulla natura della missione "Mediterranea”.

 "Non abbiamo violato alcuna legge. Le convenzioni internazionali stabiliscono che i naufraghi debbano essere accompagnati verso un porto sicuro, e noi lo abbiamo fatto. L'unica cosa che mi interessava era che queste persone arrivassero a toccare terra in un luogo sicuro. E ce l'abbiamo fatta. Quello che succederà dopo, per adesso non conta. Queste le parole di Luca Casarini, capo-missione della Mare Jonio. La Libia – come si legge sul Corriere della Sera e sul Manifesto -  non è un porto sicuro, come ribadito anche dall'Onu, e stava arrivando una tempesta da sud-est, l'unica possibilità era andare verso la Sicilia. Durante la notte il mare è diventato forza sette con onde alte tre metri e raffiche di vento forte. Intorno alle 6 di mattina, arrivati a 13 miglia da Lampedusa, a un miglio quindi dalle acque territoriali italiane, il pattugliatore Paolini della Guardia di Finanza ci ha intimato di fermarci - racconta - e spegnere i motori perché non avevamo l'autorizzazione a entrare. Ma con i naufraghi a bordo e il mare grosso avremmo messo in pericolo tutti, così siamo entrati e la Capitaneria di porto ci ha assegnato un posto alla fonda a ridosso della costa".

Mare Jonio, Save the Children: "Garantire lo sbarco delle persone e dei minori"

(Foto Mediterranea Saving Humans)

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