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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Droga spacciata fra 15enni, Cosa Nostra rialza la testa e raffica di rapine: ecco le "risposte" dell'Arma

I reati più inquietanti - come rapine, furti e atti incendiari - sono calati. Gli arresti, in flagranza, sono invece aumentati del 23 per cento e i quattro omicidi, di cui si sono occupati i carabinieri, rientrano tutti nei cosiddetti casi risolti

I reati più inquietanti - come rapine, furti e atti incendiari - sono calati. Gli arresti, in flagranza di reato, sono invece aumentati del 23 per cento e i quattro omicidi, di cui si sono occupati i carabinieri del comando provinciale, rientrano tutti nei cosiddetti casi risolti. Il 2018 volge al termine ed è dunque tempo di bilanci. Particolarmente positivo quello che è stato tracciato, alla caserma "Biagio Pistone": sede del comando provinciale dell'Arma, dai carabinieri.

Lotta alla criminalità organizzata  

Il colonnello Giovanni Pellegrino, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, non ha potuto che ricordare - sul "fronte" dell'attività di contrasto alla criminalità organizzata - l'operazione "Montagna" dello scorso 22 gennaio. Una retata che ha permesso di "decapitare" i vertici di tre mandamenti mafiosi e di 16 famiglie. Nell'ambito della stessa inchiesta sono scattati i sigilli a carico di alcune società riconducibili a Cosa Nostra per un valore di oltre un milione di euro e sono stati sequestrati ben 537 mila euro in contanti rinvenuti durante il blitz. Menzionata anche l'operazione antimafia "Opuntia" che è stata realizzata nell'area del Belicino.

IL VIDEO. "Guerra" all'abusivismo, all'abbandono dei rifiuti e il sequestro di 5 tonnellate di alimenti andati a male

Trovate e distrutte numerose armi, anche da guerra

"Tantissime sono state le armi, anche da guerra, nella verosimile disponibilità della criminalità organizzata, che sono state tolte dalla strada - ha spiegato il colonnello Pellegrino - . Armi che sono state, dopo gli opportuni esami, distrutte". 

"Guerra" allo spaccio di droghe 

Incessante l'attività preventiva e repressiva sviluppata, dai carabinieri, in tutta la provincia, contro l'allarmante fenomeno dello spaccio. "Ci sono consumatori anche di 15 e 16 anni e circola di tutto: hashish, marijuana, cocaina ed è tornata 'di moda' anche l'eroina" - ha spiegato sempre il comandante provinciale: il colonello Giovanni Pellegrino - . Oltre 150 gli spacciatori arrestati in provincia e non soltanto nelle principali "piazze" della movida. Resta, naturalmente, di assoluto rilievo il record del sequestro della piantagione di Campobello di Licata con la successiva distruzione di oltre 30 tonnellate di "roba".

Rapine e furti, le "risposte" immediate dell'Arma

I carabinieri hanno cercato, e in molti casi ci sono riusciti, a fronteggiare l'odioso fenomeno dei reati predatori in abitazione o delle rapine in negozi e tabaccherie. Ripetuti sono stati gli arresti effettuati soprattutto a Canicattì e Licata. Arresti di malviventi acciuffati poco dopo i colpi messi a segno e magari, anche, con la refurtiva ancora in tasca. Il colonnello Pellegrino, durante la conferenza stampa, ha ricordato la fulminea indagine dei militari della stazione di Naro che ha portato all'individuazione dell'autore della rapina ai danni un ottantaseienne pensionato. Un anziano colpito con inaudita violenza, con un pugno in volto. Ricordata anche l'attività investigativa che ha portato i carabinieri di Cattolica Eraclea, sulle tracce di due ricettatori, a recuperare gioielli e denaro per oltre 100 mila euro rubati da diverse abitazioni. 

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