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Cronaca Ribera

"Caporalato e furto di olive", la Procura dice "sì" al patteggiamento della pena

Per l’altro indagato sono state chiuse le indagini con richiesta di giudizio immediato

Uno degli indagati, Giuseppe Catanzaro, di 43 anni, vuole patteggiare e c’è un’istanza, presentata dai suoi difensori, per una pena di 3 anni di reclusione che ha già ottenuto il consenso della Procura di Sciacca. Per l’altro, Ubaldo Schifani, di 57, sono state chiuse le indagini con richiesta di giudizio immediato. Lo riporta oggi il Giornale di Sicilia. Tempi record, meno di due mesi, per il sostituto procuratore Michele Marrone, titolare dell’inchiesta su caporalato a Ribera con i due riberesi, che si trovano ai domiciliari per le ipotesi di reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, oltre che per furto aggravato e impiego di manodopera irregolare.

Il 15 dicembre il Gup del tribunale di Sciacca deciderà sul patteggiamento per Catanzaro che comprende anche il risarcimento del danno. Catanzaro è difeso dagli avvocati Massimo Ragusa e Antonino Tornambè. Ubaldo Schifani è difeso dall’avvocato Giuseppe Tramuta e per lui, nelle scorse settimane, il tribunale del Riesame di Palermo ha confermato la misura cautelare dei domiciliari. Per Schifani il sostituto Marrone ha chiesto il giudizio immediato che salta, dunque, la fase dell’udienza preliminare.

I due riberesi avrebbero condotto in un appezzamento di terreno cinque nordafricani, tutti irregolari, che sono stati denunciati per ingresso e soggiorno illegale nel territorio della Stato. Al momento dell’arrivo dei carabinieri di Sciacca nei poderi di un’azienda agricola di Ribera alcuni operai che erano intenti a lavorare, alla vista delle uniformi, hanno cercato di sottrarsi al controllo dandosi alla fuga tra i campi. Il tentativo è stato vanificato grazie all’efficace dislocazione del dispositivo messo in campo dai carabinieri che ha subito permesso di fermare i fuggitivi.

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