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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Canicattì

L'agricoltore ucciso a Canicattì, il Pm: "Il pensionato fermato ha ammesso i fatti"

Il magistrato Paola Vetro: "I testimoni hanno confermato l'orario della morte, gli spari che sono sentiti e qualcuno ha notato l'autovettura con cui l'indagato è stato visto sul posto nella fascia oraria che corrisponde con la morte di Vincenzo Sciascia Cannizzaro"

"Ha ammesso i fatti. I capi di imputazione provvisoria sono omicidio aggravato e porto illegale di arma comune da sparo. E' stato dimostrato che sul cadavere c'erano dei bossoli, ma l'arma ancora non s'è trovata. Ci sono degli accertamenti investigativi che non sono ancora conclusi. L'omicidio pluriaggravato anche dai futili motivi, in relazione ai rapporti di vicinato non sereni. Gli elementi a carico dell'indagato si basano sulle sommarie informazioni dei testimoni che ci hanno permesso di ricostruire la vicenda e che hanno confermato sia l'orario della morte, gli spari che sono sentiti e ci sono dei testimoni oculari dell'autovettura con cui l'indagato è stato visto sul posto nella fascia oraria che corrispondeva con la morte di Vincenzo Sciascia Cannizzaro". Lo ha spiegato, durante la conferenza stampa svoltasi al commissariato di polizia di Canicattì, il sostituto procuratore Paola Vetro che è il titolare del fascicolo d'inchiesta sull'omicidio avvenuto ieri in contrada Russi Calici a Canicattì. Omicidio che, nella tarda serata di ieri, ha portato al fermo di Carmelo Rubino, pensionato-agricoltore, di 68 anni.

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"A livello tecnico abbiamo disposto il fermo e lo abbiamo condotto alla casa circondariale di Agrigento - ha aggiunto il Pm - e seguiranno gli accertamenti necessari sia del Ris, di polizia e carabinieri". Che i rapporti di vicinato, legati al diritto di passaggio su una stradella di campagna, fra vittima e presunto responsabile del delitto, non fossero idilliaci pare che, fra familiari e conoscenti delle parti, fosse risaputo. "Sembrerebbe che non ci fossero denunce fra le parti - ha risposto ai cronisti presenti alla conferenza stampa il Pm Paola Vetro - . Tutti gli elementi che abbiamo raccolto ci hanno permesso di individuare il responsabile, tutto il resto dovrà essere accertato e riscontrato. Anche le dichiarazioni del fermato vanno riscontrate, è necessario per avere degli elementi oggettivi. Nella contestazione provvisoria dell'omicidio c'è anche un'altra circostanza aggravante: aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo, di luogo e di persona. La vittima è stata sorpresa al lavoro e c'è, dunque, anche una minorata difesa". 

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"La persona indagata ha fornito una versione con la quale evidenzia un contrasto molto forte, di una aggressione forse subita, ma non abbiamo assolutamente riscontro" - ha aggiunto il sostituto procuratore Paola Vetro - . Ad avvisare le forze dell'ordine sono stati i familiari della vittima. Sul posto, sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Canicattì subito raggiunti dai colleghi del nucleo Investigativo del comando provinciale dell'Arma, mentre le immediate ricerche permettevano ai poliziotti del commissariato di Canicattì e agli agenti della Squadra Mobile di individuare e catturare il sospettato Carmelo Rubino che "non deteneva armi, né licenze di polizia" - ha chiarito il vice questore Cesare Castelli - . 

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"L'omicidio è avvenuto alle 11,30/11,35 circa. Sin dall'inizio s'era capito, immediatamente, quale era la pista da seguire - ha spiegato il dirigente del commissariato di Canicattì, il vice questore Cesare Castelli -, ossia i problemi di vicinato che il morto aveva con l'indagato. Problemi legati alla servitù di passaggio su una stradella fra terreni confinanti. Ci siamo messi subito alla ricerca di Rubino perché appariva essere il probabile autore dell'omicidio e lo abbiamo portato in commissariato". 

"Voglio ringraziare la Procura di Agrigento per come ha coordinato queste indagini, rappresentano un modello ideale di coordinamento fra le forze di polizia - ha spiegato il capitano della compagnia di Canicattì Luigi Pacifico - . Forze di polizia che, ieri, sono giunte contemporaneamente sul luogo del delitto dove abbiamo avuto modo di mettere insieme i migliori investigatori che, grazie alla loro conoscenza del territorio, hanno individuato la persona che fin dal principio era sospettata dall'aver commesso il delitto. Il movente resta nella sfera personale di queste persone. Sull'esatta ricostruzione della dinamica sono in corso indagini scientifiche da parte del Ris di Messina e dalla sezione investigazione scientifiche di Agrigento che, sul posto, ha raccolto elementi utili a sostenere la colpevolezza dell'indagato".   

  


 

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