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Cronaca Quadrivio Spinasanta / Via Matteo Cimarra

Ad Agrigento si avvelenano i cani: se non fa effetto, qualcosa non va

In via Cimarra tre animali sono presi di mira da tre anni. Di loro si prende cura un gruppo di residenti della zona. In questi anni questi agrigentini hanno curato, sterilizzato, vaccinato, nutrito, salvato in extremis dall'avvelenamento questi animali cui si può imputare come unica colpa, forse, il fatto di esistere

Ad Agrigento si avvelenano i cani. Innocenti, indifesi esseri viventi, in via Cimarra tre animali sono presi di mira da circa tre anni. Di loro si prende cura un gruppo di residenti della zona.

Sappiamo che storie simili sono praticamente comuni a tante altre, in centro o in periferia, tanto nel capoluogo quanto nel resto d'Italia. Ma se non ci fa il dovuto effetto, allora abbiamo un problema.

I fatti sono questi: da circa 3 anni, in assenza e in sostituzione delle Istituzioni, dei residenti della via si occupano di alcuni cagnolini che sono stati già 3 volte presi di mira da chi, forse frustrato dalla vita, cerca sfogo su esseri indifesi e, lo sottolineiamo, innocenti.

In questi anni questi agrigentini hanno curato, sterilizzato, vaccinato, nutrito, salvato in extremis dall'avvelenamento, questi animali cui si può imputare come unica colpa, appunto, il fatto di esistere.

Meno di due anni fa una cagna ha partorito: nessuno, tra associazioni e Istituzioni, è intervenuto nonostante le reiterate richieste, riferiscono gli agrigentini. Così questi benefattori che chiedono di rimanere anonimi (cosa che fa loro onore visto che qualcuno avrebbe di certo sfruttato la cosa per ottenere la ribalta mediatica), si sono incaricati anche di dare in adozione i cuccioli.

Tranne la cagnolina nera che per una caduta ha dovuto subire un'operazione a una zampetta e quindi è rimasta con la mamma, la cagnolina bianca con cui, raccontano coloro i quali se ne prendono cura, vive in simbiosi.

L'ultimo episodio risale a lunedì sera: esche condite con veleno per lumache, (una furbata, diremmo, visto che non perde efficacia anche se diluito con acqua), sono state piazzate in più punti per cercare di eliminare i ferocissimi cani che vedete in foto.

Ma noi agrigentini che tanto in queste ore ci infiammiamo lesi, nell'orgoglio e nella dignità, da presunte "ruberie" e ci affanniamo sui temi della politica in vista delle prossime Amministrative, che grado di civiltà possiamo vantare? Ci indigniamo? E poi?

Domande non tanto retoriche, che impongono una riflessione: nella Città dei templi, che vanta una storia millenaria, grandi poeti, drammaturghi, artisti di fama mondiale, si continuano ad avvelenare i cani. E', consentitecelo, una vergogna per tutti.

Per Kant: "L'uomo deve mostrare bontà di cuore verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini", mentre Leonardo, genio visionario diremmo a questo punto, sosteneva che "Verrà un tempo in cui considereremo l'uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo".

Loro, comunque, non fanno male a una mosca, abbaiano: contro chi li punta con l’auto, chi butta loro addosso sacchetti di spazzatura. Ma null'altro. E ce ne sono di esseri umani che "abbaiano" anche per meno, diciamolo.

Attenzione: non è poi una cosa che passa in secondo piano rispetto a come questa città viene amministrata, e la nostra oltre che provocazione vuole anche essere monito a quanti perdono di vista cose essenziali come la salvaguardia degli animali che, volenti o nolenti, esistono e hanno acquisito dei diritti.

E i diritti, almeno in linea teorica visto che in pratica pare si possa discriminare tra quelli "veri" e quelli di "serie B", sono tali in senso assoluto.

Ora, a prescindere che chi compie becere azioni del genere di cui si parla è in potenza un pericolo per la società intera e come tale andrebbe cercato, trovato e sottoposto alle sanzioni che lo stesso Codice penale prevede, a questi agrigentini che stanno presidiando la zona, sperando di beccare in fallo lo sconsiderato, andrebbe data una mano.

Forse siamo troppo "avanti" per occuparci di queste "minuzie"? Forse è più comodo girarsi dall'altra parte. Chiediamoci solo se sia giusto che accadano ancora di queste cose però, quando gridiamo perchè la città sia pulita, quando, a ragione, protestiamo per la negazione di servizi essenziali. Anche questo, pure se il nostro occhio è "anestetizzato" dalla consuetudine", è un servizio che ci viene negato.

Anche la legge regionale che stabilisce che i randagi debbano, dopo la sterilizzazione, essere rimessi in territorio va rispettata, giusto? Chi compie questi gesti, ovviamente, non la pensa come il legislatore.

Tanto altro ancora ci sarebbe da dire sulla viltà e la grettezza di chi compie questi gesti e di chi non se ne sdegna, il punto è uno: bisogna in ogni caso trovare una sistemazione per questi tre animali, non per forza subito prenderli in adozione, ma un posto per salvarli si può trovare.

L'appello, non solo da parte di chi se ne prende cura, è di segnalare movimenti sospetti in zona così da potere finalmente affidare alla giustizia questi personaggi. E ci auguriamo che la coscienza civica che ciascuno di noi possiede contribuisca a evitare che si guardi altrove, perchè ci sono "problemi più grossi e importanti".

“La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si misura dal modo in cui tratta gli animali”. La civiltà di un popolo, in poche parole, si misura anche così. Lo diceva Gandhi, non un tizio qualunque insomma. Noi a che punto siamo?

Cani avvelenati via Matteo Cimarra

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