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Cronaca

Bancarotta fraudolenta, la Cassazione conferma l'arresto di Burgio

L'imprenditore era finito in carcere il 27 ottobre. La Suprema Corte ratifica il provvedimento restrittivo in maniera definitiva. Nel frattempo è stata chiusa anche l'inchiesta "bis"

L’imprenditore Giuseppe Burgio, arrestato il 27 ottobre con l’accusa di avere provocato una bancarotta fraudolenta da 20 milioni di euro, resta in carcere. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, rigettando il ricorso del difensore, l'avvocato Carmelita Danile, che aveva sollecitato ai giudici ermellini di rivedere l’ordinanza di custodia cautelare che, invece, diventa definitiva.

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Burgio, al quale viene contestato di avere sottratto fondi in prossimità del fallimento a una serie di società che operano nel settore della distribuzione alimentare, si era difeso, in occasione dell’interrogatorio di garanzia, sostenendo che si trattava di operazioni finanziarie del tutto legittime e tirando in ballo la curatela fallimentare e le altre figure professionali che avevano curato gli affari delle società.

Intanto la Guardia di Finanza, su incarico del pm Brunella Sardoni, che da pochi giorni ha lasciato l’ufficio, sta notificando altri 32 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di imprenditori e commercialisti, che avrebbero avuto ruoli nelle imprese di Burgio, e bancari che ne avrebbero curato i rapporti finanziari.

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Lo stesso Burgio è nella lista degli indagati, ma per fatti ulteriori a quelli che hanno portato all'arresto. Tutti gli indagati, dal momento della notifica, hanno venti giorni di tempo per produrre memorie o chiedere di essere sentiti. 

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