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Cronaca

Ati, i sindaci "scaricano" sugli uffici il compito di decidere sulle gestioni dirette

L'assemblea ha trasferito alla struttura burocratica l'onere di definire l'accesso ai benefici dell'articolo 147 per i 17 Comuni "ribelli"

Gestione diretta delle risorse idriche per alcuni comuni della provincia, l'Ati ha deciso di non decidere e ha demandato agli uffici l'onere di sciogliere la complessa situazione burocratica.

L'assemblea ha infatti approvato a maggioranza un punto che incarica la direzione di provvedere a valutare il possesso o meno dei requisiti previsti dalla legge per i 17 comuni ex "ribelli" che non hanno mai consegnato le proprie reti idriche e stanno tentando oggi di "normalizzare" la propria situazione chiedendo l'applicazione dell'articolo 147 della legge Galli.

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La precedente proposta, che aveva portato ad una spaccatura dentro l'Ati, prevedeva che i sindaci si facessero carico di consentire l'accesso ai benefici del 147 a soli 8 comuni, ai quali, tuttavia, veniva offerta una vera e propria moratoria di 18 mesi per dotarsi di tutti i requisiti previsti dalla normativa. Una condizione che non aveva convinto molti sindaci, portando ad uno scontro che si è oggi ricomposto semplicemente trasferendo su altri l'onere di dover decidere.

Il Forum per l'acqua pubblica scrive ai comuni: "Riconsegnate le reti"

I problemi per l'Ati tuttavia non sono finiti. Come vi avevamo raccontato nei giorni scorsi, infatti, oggi vi è un concreto rischio di commissariamento da parte dell'Assessorato regionale alle Acque e rifiuti data l'assenza di un piano d'ambito e di procedure avviate per il futuro della gestione.

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A chiedere ai Comuni "ribelli" di riconsegnare le reti, considerata l'avvio della costituzione di una società consortile speciale pubblica, era stato nei giorni scorsi anche il Forum per l'acqua pubblica siciliano.

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