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Cronaca Palma di Montechiaro

"Caffè e spesa invece di lavorare", sospesi 11 impiegati comunali e 14 indagati

Ci sarebbero anche tre dirigenti. I particolari dell'operazione "Come back soon - Torno subito" che ha coinvolto il Comune di Palma di Montechiaro, sono stati illustrati in Procura ad Agrigento.

“C’è un dettaglio curioso in questa indagine, ma che restituisce il senso dei fatti. Durante l’attività posta in essere dai carabinieri il comandante della stazione di Palma di Montechiaro ha scoperto che uno degli indagati aveva lasciato il posto di lavoro, al Comune, per raggiungere la scuola della figlia ed assistere ad un convegno sulla legalità”.

Luigi Patronaggio, procuratore capo di Agrigento, attacca così la conferenza stampa convocata per illustrare l’operazione che ha portato alla sospensione dal lavoro, per un mese, di 11 impiegati del Comune di Palma di Montechiaro e l’iscrizione nel registro degli indagati di 14 loro colleghi, tutti accusati di assenteismo. L’operazione, condotta dai carabinieri della compagnia di Licata in due momenti, prima nel 2015 e poi durante l’anno in corso, secondo il procuratore Patronaggio “ha portato alla luce veri e propri casi di malcostume. Chi si è macchiato di questo reato ha prodotto un danno economico al Comune, ma anche un danno di immagine. In un momento in cui la gente chiede efficienza alla pubblica amministrazione, e tanti giovani sono senza lavoro, è proprio triste assistere a fenomeni di questo tipo”.

Secondo quanto annunciato nel corso della conferenza stampa, tenuta, oltre che dal procuratore capo, dal pm Alessandra Russo che ha coordinato le indagini, dal colonnello Rodrigo Micucci, comandante del reparto operativo carabinieri di Agrigento, dal capitano Marco Currao che guida la compagnia carabinieri di Licata e dal luogotenente Luigi Marletta che comanda la stazione di Palma di Montechiaro, le assenze dal lavoro andavano da 15 minuti a delle ore. I dipendenti comunali indagati, secondo l’accusa, all’ora stabilita timbravano regolarmente il cartellino in ufficio, poi uscivano per andare a prendere il caffè, fare la spesa o partecipare ai funerali. Secondo quanto detto dal luogotenente Marletta c’è anche chi, durante l’orario di lavoro, è stato sorpreso in gioielleria ad acquistare un anello che avrebbe regalato alla moglie, in occasione dell’anniversario di matrimonio. 

“Ciò che abbiamo registrato – ha detto il sostituto procuratore Alessandra Russo – è il perdurare delle condotte. I carabinieri hanno monitorato i dipendenti comunali in questione, per un mese, prima nel 2015 e, successivamente, per lo stesso periodo, nel 2016. Bene, non era cambiato nulla. Continuavano ad assentarsi dal lavoro dopo avere timbrato il cartellino”. 

Tra coloro i quali hanno ricevuto l’informazione di garanzia ci sarebbero anche tre dirigenti del Comune. “E’ utile sottolineare – ha aggiunto il capitano Marco Currao – che la nostra indagine ha preso il via, autonomamente, non ci sono state segnalazioni o denunce. Il comandante Marletta ha avuto il sentore che qualcosa non andava ed ha iniziato ad eseguire dei controlli”.

Ovviamente, oltre al monitoraggio ed ai pedinamenti, i carabinieri hanno eseguito delle registrazioni. Una telecamera era puntata sull’apparecchiatura utilizzata dai dipendenti comunali per timbrare il cartellino, ed avrebbe ripreso qualcuno che, dopo avere “strisciato” il badge, usciva dal municipio piuttosto che andare in ufficio. 

“Il malcostume trova terreno fertile – ha concluso il procuratore capo Luigi Patronagio – dove mancano i controlli ed un’adeguata organizzazione della macchina amministrativa. Siamo convinti che se le indagini fossero state eseguite in altri centri della Provincia, non avremmo trovato situazioni diverse”. A questo proposito il colonnello Rodrigo Micucci ha detto, durante la conferenza stampa, “che l’attività investigativa andrà avanti, con costanza, su tutto il territorio”.

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