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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Agrigento non dimentica, intitolata una strada ed un cavalcavia a Giuliano Guazzelli

Venticinque anni fa, il maresciallo maggiore "aiutante" dei carabinieri venne assassinato da quattro killer di mafia armati di mitra e fucili a pompa

E' stata scoperta una targa commemorativa sul luogo dell'agguato e contestualmente gli è stato intitolato il limitrofo cavalcavia della strada statale 115. Sono passati 25 anni da quel terribile delitto, dall'uccisione del maresciallo maggiore “aiutante” dei carabinieri Giuliano Guazzelli, medaglia d’oro al valor civile alla memoria. E' stata, lo stesso, una giornata di dolore per i familiari che erano presenti alla cerimonia. Era naturalmente presente, così per come ha sempre fatto, la vedova Guazzelli: Maria Caterina Montalbano che sul petto ha tenuto attaccata la medaglia d'oro al valor civile alla memoria conferita al marito. 

Delitto Guazzelli, 25 anni dopo

A bordo della sua Fiat Ritmo, il maresciallo Guazzelli stava percorrendo il viadotto Morandi per ritornare a Menfi - il paese dove viveva con la famiglia -. Venne assassinato da quattro killer di mafia armati di mitra e fucili a pompa.

IL REPORTAGE: I bambini chiedono al prefetto: "Ma la mafia scomparirà?"

In memoria della vittima del dovere oggi è stata anche intitolata, con lo scoprimento della nuova insegna toponomastica, una strada - via Guazzelli, appunto, - del quartiere di Fontanelle. Il prefetto Nicola Diomede, in mattinata, ha prima incontrato gli studenti dell'istituto comprensivo di Fontanelle. E con i piccoli, assieme al capitano Mario Amengoni della compagnia dell'Arma di Canicattì ed all'assessore alla Cultura Beniamino Biondi, si è soffermato a parlare di uguaglianza, libertà, giustizia e legalità. Poi, la santa messa alla concattedrale Santa Croce di Villaseta, alla quale hanno, appunto, partecipato i familiari del decorato, nonché tutte le autorità. Presente anche il generale di corpo d’armata, che è il comandante dell'interregionale carabinieri "Culqualber" di Messina, Silvio Ghiselli.

Al termine della funzione religiosa, la cerimonia commemorativa sul luogo dell’agguato suggellata dalla deposizione di una corona di alloro. Lo schieramento dei militari e delle autorità hanno fatto da cornice ad un momento di legalità, d’affermazione della legalità, altissimo. Perché lo Stato non dimentica. Perché il riscatto di una terra divorata dalla mafia e dalle faide è sempre possibile. 

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