"Tangenti all'Irfis in cambio di prestiti agevolati", Minafò torna libero
Il giudice dell'udienza preliminare di Agrigento, Giuseppe Miceli, che giovedì ha deciso il suo rinvio a giudizio e quello di altri sedici imputati, ha revocato la misura al funzionario
Un anno dopo la decisione della Cassazione di applicargli gli arresti domiciliari, il funzionario dell’Irfis Paolo Minafò, personaggio chiave dell’inchiesta che ipotizza un giro di mazzette in cambio di prestiti a tassi agevolati, torna libero. Il giudice dell'udienza preliminare di Agrigento, Giuseppe Miceli, che giovedì ha deciso il suo rinvio a giudizio e quello di altri sedici imputati, ha revocato la misura ritenendo che le esigenze cautelari, per il lungo decorso del tempo e l’approdo in dibattimento della vicenda, abbiano fatto venire meno le esigenze di custodia.
"Tangenti all'Irfis in cambio di prestiti a tassi agevolati", 17 rinvii a giudizio
Minafò, difeso dagli avvocati Antonino e Vincenza Gaziano, era finito ai domiciliari dopo che la Cassazione aveva ripristinato l’ordinanza inizialmente annullata dal tribunale del riesame. L'inchiesta "Giano Bifronte", che avrebbe disarticolato un giro di tangenti in cambio della concessione di prestiti a tasso agevolato da parte dell'Irfis. L'operazione venne eseguita dalla Guardia di Finanza.