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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Centro di compostaggio di Joppolo, Casa: "Impianto? Servono delle migliorie"

Parla la direttrice di Legambiente: "Visti i risultati praticamente nulli sin qui prodotti in termini di contenimento del disturbo olfattivo, è lecito chiedersi cosa avvenga realmente durante le fasi di lavorazione"

La direttrice di Legambiente Claudia Casa, tirata in ballo dal signor Pietro Giglione, proprietario dell’azienda di compostaggio di Joppolo Giancaxio, ha chiarito, nel corso di una conferenza stampa, la posizione di Legambiente sui problemi inerenti l’azienda joppolese.

“L’impianto – ha esordito Claudia Casa - sorge ed è operativo dal giugno 2014, tra le contrade Realturco e Manicalunga di Joppolo Giancaxio e fa capo alla GSE (Giglione Servizi Ecologici).  La sua messa in funzione ha comportato da subito, e in maniera continuativa, notevoli disturbi di natura olfattiva per tutti coloro che risiedono nei dintorni. Tali disturbi olfattivi sono aumentati di pari passo con l’incremento dell’attività dell’impianto. A tale inconveniente, già di per sé di non poco conto – continua la responsabile di Legambiente - si è aggiunta la forte preoccupazione di coloro che in zona sono dediti all’agricoltura o alla pastorizia in quanto su diversi appezzamenti di terreno, e a più riprese, sono stati depositati cumuli di materiale che già a prima vista si presentava non già come ammendante correttamente compostato, bensì come frazione indifferenziata di rifiuto solido urbano, grossolanamente lavorata. Visti i risultati praticamente nulli sin qui prodotti in termini di contenimento del disturbo olfattivo, è lecito chiedersi cosa avvenga realmente durante le fasi di lavorazione poste in essere giornalmente dall’azienda, se il sistema di contenimento è adeguato al processo industriale in sé ed ancora, se questo sistema di contenimento, che è fortemente energivoro, viene realmente messo in funzione tutte le volte che è necessario o se la gestione gioca a risparmiare, come sembrerebbe evincersi anche da un verbale dell’ARPA dalla lettura del quale emergono anche evidenti 'incongruenze'. Appare altresì importante – aggiunge la Casa - verificare i quantitativi e la qualità dei rifiuti che l’impianto recepisce. Vi è infatti il forte sospetto che, a fronte di grossi quantitativi di fanghi di depurazione incamerati dall’impianto, non corrispondono adeguate quantità di materiale strutturante indispensabile per stabilizzare la frazione umida, specialmente in presenza di fanghi.  A conferma di ciò la richiesta recentemente avanzata dalla GSE al comune di Agrigento al fine di ottenere da questo tutti gli sfalci provenienti dalle potature effettuate sul territorio comunale. Voglio ribadire – ha concluso Claudia Casa – che noi non abbiamo nulla contro il signor Giglione, anzi a suo tempo accogliemmo con favore la notizia della nascita di un centro di compostaggio che andava a chiudere una frazione del ciclo dei rifiuti. Chiediamo solo alla ditta di apportare migliorie all’impianto, mettere in funzione i filtri e far svolgere il processo in camere stagne, così come previsto dalle norme e infine di ricevere meno fanghi di depurazione e in ogni caso proporzionati alla capacità dell’azienda di poterli lavorare senza dover produrre eccedenze difficilmente smaltibili”.

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