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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Focolaio di brucellosi in un allevamento, è stato disposto il sequestro

Il sindaco Lillo Firetto ha firmato un'ordinanza: “Gli animali risultati infetti –vanno isolati in separato ricovero sino al loro abbattimento sotto controllo ufficiale"

Un focolaio di brucellosi è stato scoperto – dopo i controlli del servizio Veterinario – in un allevamento di Agrigento. E’ scattato, naturalmente, il sequestro sanitario. E il sindaco Lillo Firetto, individuando il proprietario degli animali quale custode delle bestie sequestrate, ha disposto il “divieto di movimento, da e per l’azienda, di tutti i bovini, bufalini, ovini e caprini e specie sensibili presenti”.

“Gli animali risultati infetti – ha ordinato il sindaco di Agrigento  – vanno isolati in separato ricovero sino al loro abbattimento sotto controllo ufficiale. I capi infetti devono essere tenuti separati dai capi sani ed esclusi dalla monta. Bovini, bufalini, ovini e caprini infetti devono essere abbattuti il più presto e comunque non oltre 15 giorni”.

Seguendo la strada dalla prevenzione, il sindaco di Agrigento ha disposto, inoltre, che “il fieno, la paglia, lo strame o qualsiasi materiale o sostanza venuti a contatto con gli animali infetti devono essere distrutti ed eliminati e analogamente – scrive Firetto – devono essere distrutti con il fuoco o interrati previa aspersione con prodotto disinfettante”. Le accortezze vanno rispettate anche per il pascolo: “il reimpiego dei pascoli dove hanno in precedenza soggiornato gli animali infetti – ha stabilito il capo dell’amministrazione di Agrigento – può avere luogo trascorsi sessanta giorni dall’allontanamento degli animali. Dopo l’eliminazione, mediante macellazione, dei capi infetti e prima di ricostituire l’allevamento, la stalla e gli altri locali di ricovero, nonché tutti gli oggetti utilizzati per il bestiame debbono essere puliti e disinfettati”. Il ripopolamento dell’allevamento sarà inoltre consentito soltanto dopo che tutti gli animali risultati positivi siano stati abbattuti, dopo che sia stata effettuata pulizia e disinfezione dell’allevamento e dopo che tutti i bovini e bufalini, di età superiore a sei settimane, rimasti in allevamento, abbiano dato esito negativo a tutte le prove ufficiali di tubercolinizzazione effettuate a distanza di 42 giorni l’una dall’altra: la prima delle quali, appunto, dopo 42 giorni dall’abbattimento degli ultimi capi infetti”. 

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